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Anniversario morte Pantani, Bartoli: “Nessuno come lui! Fosse stato menefreghista…”

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Carlo Roscito

L’ex “rivale” del Pirata ha parlato in esclusiva a Notizie.com nel giorno della triste ricorrenza. Sono passati 19 anni da quel maledetto 14 febbraio 2004. 

Una ricorrenza dolorosa: 14 febbraio 2023, sono passati 19 anni da quel maledetto giorno, quello della scomparsa di Marco Pantani. Tra i più forti scalatori di tutti i tempi. Un’icona del ciclismo, simbolo della fatica e della forza di volontà. “La sua immagine è irraggiungibile, non c’è mai stato uno come lui”: parole di Michele Bartoli, intervistato in esclusiva da Notizie.com. Soltanto affetto e stima nei suoi ricordi. Venivano considerati “nemici” in gara, tanto da spingere Bicisport a titolare “Non fatevi la guerra” su una famosa copertina del settembre 2000.

Marco Pantani in primo piano, Michele Bartoli dietro di lui (Ansa Foto) – Notizie.com

Sig. Bartoli, un altro 14 febbraio: questa data è una fitta al cuore per gli amanti dello sport. 

“Verissimo. Ogni anno mi viene in mente la camera d’albergo durante i Giochi del Mediterraneo. L’ho saputo lì dal nostro massaggiatore. Ho nitido questo ricordo, è stato veramente bruttissimo”.

Con Pantani venivate considerati “nemici”: esisteva questa accesa rivalità?

“C’era rivalità, ma fino a un certo punto. Abbiamo condiviso tutte le categorie giovanili, vissuto a stretto contatto gli anni da dilettanti e i ritiri con le nazionali. Il nostro rapporto andava al di là della rivalità sportiva. Io non la sentivo, sinceramente”.

C’è un aneddoto particolare da raccontare su Pantani in gara?

“Forse i ricordi di qualche tappa. Per esempio a Orbetello nel Giro d’Italia del 98. Ero in lotta per la maglia rosa, per me era un traguardo da raggiungere. Si incrociarono i nostri interessi, attaccai e Marco mi venne dietro. Però io facevo più le classiche, a dir la verità non ci sono tanti ricordi in gara. Avevamo caratteristiche diverse, poche volte le nostre strade si sono incrociate come protagonisti”.

Marco Pantani è scomparso il 14 febbraio 2004 (Ansa Foto) – Notizie.com

Che persona era Pantani?

“Piacevole, ma introverso. Ci voleva tempo prima che entrasse in confidenza. Ricordo che all’inizio faceva un po’ fatica a lasciarsi andare. Dopo siamo stati tanti giorni insieme per le Olimpiadi a Sydney, era una persona semplicissima, molto diversa da come appariva”.

Qualcuno, dopo le vicende che l’hanno coinvolto, ha messo in discussione la grandezza di Pantani come ciclista. È mai possibile? 

“Non credo proprio, non può e non deve succedere. Parlo sia dell’atleta, sia dell’uomo. Lui è caduto in quello che è successo per la troppa sensibilità. Fosse stato menefreghista,  non avrebbe avuto tutti quei problemi. Aveva una grande sensibilità, per questo ha perso un po’ di equilibrio. Stava troppo attento alle opinioni delle persone, ci teneva molto. Io, da tifoso e conoscente di Marco, non mi azzarderei mai a metterlo in discussione”.

Qualcuno si può avvicinare a lui dal punto di vista carismatico-simbolico?  

“No, da un punto di vista mediatico il Panta è irraggiungibile. Rappresenta un’unicità nel mondo del ciclismo”.

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Carlo Roscito