In un’intervista rilasciata al The Wall Street Journal, l’ex capo dell’esecutivo ha detto di voler tornare nel suo Paese a marzo. Inoltre ha aggiunto di considerarsi ancora “il leader nazionale della destra” e di essere pronto a fare da antagonista all’attuale presidente Luiz Inácio Lula
L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha dichiarato in un’intervista al quotidiano statunitense “The Wall Street Journal” che, a suo avviso, non c’è stato alcun tentativo di colpo di stato nel Paese lo scorso 8 gennaio, quando i radicali hanno invaso la sede dei “Tres Poderes” a Brasilia, commettendo atti criminali. “Colpo di stato? Quale truffa? Dov’era il comandante? Dov’erano le truppe, dov’erano le bombe?“, così ha risposto alla domanda sulla questione. A scanso di equivoci, comunque, ancora una volta Bolsonaro si è dissociato dagli attacchi: “Non ero nemmeno lì e vogliono incolpare me“. L’8 gennaio era fuori dal Paese, dal momento che si era recato negli Stati Uniti nel dicembre dello scorso anno, poche ore prima dell’insediamento di Luiz Inácio Lula da Silva, motivo per il quale non ha passato direttamente la fascia presidenziale al suo successore.
Anche negando che ci sia stato un colpo di stato e prendendo le distanze da atti criminali, Bolsonaro ha riconosciuto che potrebbe essere l’obiettivo della giustizia al suo ritorno in Brasile: “Un mandato d’arresto può venire fuori dal nulla“. Nonostante questo l’ex presidente ha detto che intende tornare a marzo per guidare l’opposizione contro Lula. Parole che confermano dunque le informazioni sul suo ritorno che erano state anticipate il 9 febbraio dall’analista politico della CNN Caio Junqueira. Due giorni dopo, a un evento negli Stati Uniti, Bolsonaro aveva poi parlato direttamente del suo rientro “nelle prossime settimane”. “Il movimento di destra non è morto e vivrà”, aveva sottolineato l’ex presidente, che si considera “il leader nazionale della destra” visto che “non c’è nessun altro al momento“.
Bolsonaro annuncia il suo ritorno in Brasile
Nell’intervista, Bolsonaro ha anche criticato il processo elettorale in Brasile: “Non sto dicendo che ci sia stata una frode, ma il processo è stato parziale“. Ha dichiarato inoltre di essere rimasto sorpreso dalla sconfitta, poiché, secondo lui, la sua candidatura aveva più consensi popolari: “La gente era con me, gli agricoltori erano con me, la maggior parte degli evangelici era con me, il settore industriale era con me, i proprietari di armi erano con me“.
Per non farsi mancare niente Bolsonaro ha deriso pure il viaggio di Lula negli Stati Uniti della scorsa settimana, quando ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden: “Lula è venuto qui solo per essere al centro dell’attenzione“, ha commentato l’ex capo dell’esecutivo brasiliano, allineato con l’ex presidente statunitense Donald Trump. C’è stato modo anche di parlare della sua gestione della pandemia di Covid-19, per la quale Bolsonaro ha ammesso che oggi avrebbe avuto un’altra posizione al riguardo di quella che durante la crisi sanitaria ha persino definito “piccola influenza” e “raffreddore”: “Non direi niente, lascerei la questione al Ministero della Salute“, ha detto. In conclusione ha anche minimizzato la battuta che ha fatto, nel 2020, in cui dichiarava che chiunque avesse preso il vaccino contro il coronavirus si sarebbe potuto trasformare in un “alligatore”. “Era solo un modo di dire. E sono stato martellato per questo“. Chissà perché.