Torna la Conference League e subito con un caso spinoso. La competizione, alla quale partecipano anche Lazio e Fiorentina, presenta una questione che va oltre il calcio. Coinvolte Sheriff Tiraspol e Partizan Belgrado. La partita d’andata si giocherà a porte chiuse e il motivo è veramente fuori dall’ordinario.
Ritornano le coppe europee, la Champions ha aperto il programma settimanale che si concluderà con i play-off di Europa League e Conference League con tre italiane impegnate: Roma, Lazio e Fiorentina.
I giallorossi, impegnati in Europa League, dovranno vedersela con il Salisburgo per accedere agli ottavi di finale, andata in Austria e ritorno all’Olimpico. Lazio invece che aprirà il doppio confronto in casa contro i romeni del Cluj. La Viola se la vedrà con lo Sporting Braga, impegno non semplice per la squadra di Italiano. Ma italiane a parte, c’è una sfida che sta facendo molto discutere già prima di essere giocata. Si tratta del match che vede impegnati il Partizan Belgrado e lo Sheriff Tiraspol.
La partita d’andata, in programma a Chisinau, capitale della Moldavia, ma non città d’origine dello Sheriff, si giocherà a porte chiuse. Il governo moldavo ha disposto tale misura perché teme un imminente colpo di Stato da parte della Russia e quindi blinda obiettivi sensibili come palazzi del potere, ministeri e anche luoghi dove si possono radunare molte persone e dove si possono dunque prendere ostaggi. La presidente moldava, Maria Sandu, ha accusato apertamente Mosca d’aver in programma un golpe nel Paese: “Sappiamo dove, come e quando accadrà”, ha dichiarato. Secca la replica del Cremlino che, attraverso Maria Zakhina – portavoce del Ministero degli Esteri – ha bollato le parole di Sandu come “fantasie totalmente infondate”.
Conference League, partita a porte chiuse: si teme un colpo di Stato
Fatto sta che lo Sheriff dovrà fare a meno del supporto del proprio pubblico, che comunque non sarebbe stato da tutto esaurito, visto che la sfida non si gioca a Tiraspol, ma a Chisinau che dista circa 70 km. Lo Sheriff sconta il bando Uefa alle partite in Transnistria regione in cui si trova Tiraspol e soprattutto regione separatista rispetto alla Moldavia. La Transnistria è territorio a maggioranza russo e russofono, si usa l’alfabeto cirillico, la moneta è il rublo transnistriano e gli abitanti (circa 350 mila) hanno un passaporto separato rispetto ai moldavi. La Transnistria rappresenta una repubblica non riconosciuta dall’occidente, ma di fatto indipendente, con un proprio governo, parlamento, forze di sicurezza, sistema postale e valuta.
Lo Sheriff, allenato dall’italiano Roberto Bordin, dunque è costretto a emigrare per giocare le proprie partite interne perché l’Uefa non riconosce la Transnistria. E anche a Chisinau ora lo stop al pubblico per paura di un golpe russo. Non proprio l’atmosfera migliore per una partita di calcio.