Omicidio Saman Abbas, adesso sono in due che hanno paura e temono di fare la stessa fine. Tanto è vero che si sono rifiutati di essere interrogati
Omicidio Saman Abbas, cresce sempre di più il dolore e soprattutto la paura. Soprattutto per il fratello della vittima che, all’epoca, aveva 16 anni. Due in meno della sorella che, a quanto pare, sarebbe stata uccisa da famiglia e parenti per essersi rifiutata ad un matrimonio combinato con un cugino del Pakistan. Arrivano novità importanti direttamente dalla corte d’assiste di Reggio Emilia. In merito alla seconda udienza del processo sulla morte della giovane uccisa a Novellara. Dopo un anno e mezzo i resti del suo corpo sono stati trovati a pochi passi dalla casa dove abitava. Il fratello ha paura e vive in una situazione protetta. Tanto è vero che, come spiegato dal suo avvocato (Valeria Miari), ha paura di fare la stessa fine della sorella. Non solo: vive una forte situazione di stress non indifferente.
Stesso pensiero anche per il fidanzato della giovane, Saqib. A parlare per lui è il legale Claudio Falleti. Il suo assistito, conferma, non può che essere ancora provato da questa vicenda ed ha paura visto che ha subito minacce di morte. Non è da escludere che, alla prossima udienza (prevista per il 17 marzo) possa essere ascoltata la compagna di Danish Hasnain. Arrivata direttamente dal Pakistan, ma c’è il serio rischio che possa rimpatriare: come confermato dallo stesso legale. In quella stessa giornata si ritornerà a parlare anche di Shabbar Abbas, ovvero il padre della giovane. Al processo sull’omicidio della figlia era assente. Per lui è stata chiesta audizione in videocollegamento. L’udienza per l’estradizione ha subito un nuovo rinvio: adesso se ne parlerà direttamente il 21 febbraio.
Nel frattempo la presidente della corte d’assiste, Cristina Beretti, spiega che si intende avere assistenza per la predisposizione di una videoconferenza. Il tutto per consentire ad Abbas di poter partecipare al processo. Atti dell’inchiesta che dovranno essere tradotti in inglese, lingua Punjab e Urdu. Nella seconda udienza, svoltasi nella giornata di ieri, erano presenti lo zio e i due cugini di Saman.
Niente da fare per la madre della giovane che continua ad essere latitante. Nel frattempo si cerca di andare avanti in questa orribile vicenda che ha visto una vittima innocente, una giovane vita spezzata solamente per essersi rifiutata di poter vivere una vita normale. Come tutte le ragazze della sua età.