Che cosa succede al lavoratore se decide di scioperare: perde davvero il diritto alla retribuzione? Ecco cosa dice la legge.
Tante volte sarà capitato di vedere dei cortei di lavoratori, pronti a scendere in piazza per aderire ad uno sciopero che nella maggiore parte dei casi dipende sempre dalle questione legate al lavoro, prima però di addentrarci nei casi specifici, la cosa importante da tenere a mente è che il diritto allo sciopero è uno dei diritti presenti e sanciti dalla Costituzione italiana: questo è infatti uno strumento con cui i lavoratori chiedono un miglioramento delle loro condizioni di lavoro e di retribuzione.
Come accennato prima lo sciopero per un lavoratore è un vero e proprio diritto che può essere fatto negli orari in cui in genere la persona stessa, dovrebbe essere proprio sul posto di lavoro, ma la cosa che forse non è chiara a tutti è la seguente: chi sciopera perde anche la sua retribuzione?
“Nell’ordinamento odierno lo sciopero non è inadempimento del contratto, né tanto meno un illecito penale. Anzi è pienamente tutelato nella Costituzione. Questo vuol dire che i lavoratori dipendenti hanno il diritto di astenersi dalla prestazione lavorativa quando lo considerino opportuno per proteggere interessi collettivi e professionali comuni, senza poter subire le conseguenze tipiche dell’inadempimento contrattuale. Questo vale salvo quanto diremo più avanti circa il rapporto tra retribuzione e diritto allo sciopero” questo è quanto si legge sul sito Money.it
E quindi per essere ancora più precisi secondo quanto riporta il diritto comune dei contratti, scioperare vuol dire andare incontro ad un inadempimento del contratto stesso che come conseguenza può portare anche allo stop del contratto stesso e in alcuni casi anche all’obbligo di risarcire i danni eventuali.