Il noto giornalista e scrittore era uno dei più acerrimi critici di Bergoglio. Ma ultimamente ha cambiato rotta. Ecco i motivi che lo hanno portato ad avere un pensiero diverso
Da acerrimo oppositore a personaggio da stimare e seguire. Antonio Socci, uno dei più famosi giornalisti e scrittori di fede cattolica, è stato protagonista di una vera e propria retromarcia nei confronti di Papa Francesco. Socci è sempre stato molto critico nei confronti di Bergoglio, sin dai primi giorni dell’elezione al soglio Pontificio. Nel 2014 le sue posizioni (particolarmente dure) lo portarono a dimettersi dal ruolo di direttore della scuola di giornalismo di Perugia. Le sue parole infatti (al limite dell’insulto) provocarono discussioni ed imbarazzo.
Socci scrisse anche un libro dal titolo inequivocabile: Non è Francesco, nel quale criticava le mosse e le scelte del successore di Ratzinger (che il giornalista di Libero ha sempre difeso a spada tratta). Ma da qualche anno a questa parte la situazione è notevolmente cambiata. Al termine di un’attenta analisi delle parole del Santo Padre, il giornalista e scrittore ha allontanato il pregiudizio e l’aspetto critico che lo avevano sempre accompagnato. In un lungo editoriale su Libero, scrisse: “La Chiesa è davvero uno spettacolo per gli angeli. Bisognerebbe averla in dono quell’umiltà. Continuando a pregare per lui ho cercato di capire. Spazzando via tanti dettagli secondari bisogna riconoscere che la cifra originaria di questo papato è molto bella e delinea l’unico grande compito della Chiesa del III millennio cristiano. Si potrebbe sintetizzare così: Dio ha pietà di tutti e si è fatto uomo per venire a cercarci, uno per uno, per salvarci, pagando lui stesso sulla croce il riscatto per ognuno di noi, che pure non lo abbiamo meritato. Mi pare il movente profondo dell’attuale pontificato”.
Socci, che ava accusato Bergoglio di lassismo e di resa sui principi morali, ha invece cambiato idea. A colpirlo sono stati anche alcuni atteggiamenti che Francesco ha avuto. Su tutti una risposta privata alle accuse nei suoi confronti, che erano state evidenziate in un libro. Socci ha parlato di “Un gesto di paternità (anche verso mia figlia) che mi commosse, un gesto di umiltà per nulla scontato, che mi ha fatto riflettere e mi ha riempito di stupore. Un papa che ringrazia personalmente per le critiche (dure) e si umilia davanti a un cane sciolto come me (che di certo non sono un santo) non può lasciare indifferenti”.
Socci, che ha sempre avuto pensieri dolci e positivi per Ratzinger, ha anche evidenziato le parole dell’ex Papa Emerito, che difendevano Bergoglio, a testimonianza del suo nuovo sguardo positivo verso l’attuale pontificato. Negli ultimi articoli ha preso le distanze da chi si definiva Ultras o critico a prescindere, “perchè al papa non interessa avere tifosi, ma cristiani con il cuore ardente, che escano dalle sacrestie e portino a tutti l’abbraccio di quel Salvatore che ha pietà di loro. Soprattutto a chi è più lontano e “perduto”.