Il deputato del Partito democratico risponde con toni duri alle dichiarazioni del presidente del Senato, rilasciate sul possibile figlio gay alla trasmissione “Belve”, su Raidue
Non accennano a placarsi le polemiche dopo la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa alla prima puntata della nuova edizione della trasmissione condotta da Francesca Fagnani. Le “particolari” dichiarazioni di La Russa sulla possibilità di ritrovarsi con un figlio omosessuale hanno immediatamente creato una coda di reazioni provenienti da più parti.
Non è neanche la prima volta che i due si trovano su posizioni nettamente contrapposte e polemizzano su qualcosa. L’ultima di queste occasioni per il deputato del Pd Alessandro Zan è stata le dichiarazione del presidente del Senato Ignazio La Russa durante la trasmissione televisiva “Belve” su Raidue: “Se mio figlio mi dicesse di essere omosessuale accetterei con dispiacere la notizia. Vorrei che mio figlio mi somigliasse, altrimenti pazienza, sarebbe come se fosse milanista”. Zan, anche per il disegno di legge contro l’omotransfobia proposto nella scorsa legislatura, è diventato un punto di riferimento politico per la difesa dei diritti Lgbtqi+, ed è tra i primi a scagliarsi contro La Russa: “Purtroppo dimostra ancora di non essere una persona superpartes, ma di avere anche posizioni omofobe e sessiste. Perché non si può paragonare un figlio gay ad un figlio milanista come se l’orientamento sessuale fosse paragonabile ad una scelta calcistica. Come anche le battute sessiste sulle donne di destra che adesso sarebbero meno belle ma più intelligenti. Insomma ora sarebbe il caso di dire basta. Il mio dispiacere”, continua il deputato Pd, “sarebbe avere un padre che ha in camera da letto i busti di Mussolini, non tanto quello che ha detto il presidente La Russa. Io spero che si scusi perché è inaccettabile che la seconda carica dello Stato faccia ancora queste dichiarazioni”.
“Soltanto in Italia tra tutti i paesi europei”, incalza Alessandro Zan, “il tema dei diritti è oggetto di scontro politico. Purtroppo questa destra non ha risolto i suoi problemi con la cultura post fascista e vede i diritti come fumo negli occhi, invece che vederli come una questione di civiltà che in una democrazia moderna dovrebbero essere patrimonio di tutti.
Su questo la destra dimostra di essere arretrata e La Russa è si un esponente della destra italiana, ma soprattutto è la seconda carica dello stato e dovrebbe sempre spogliarsi delle sue vesti di appartenente a un partito, un po’ come Giorgia Meloni che continua ad essere più la leader di Fratelli d’Italia che il Presidente del Consiglio”, conclude polemicamente il deputato del Pd.