Biden parla da Kiev ma durante la sua visita Mosca testa un missile balistico: ci sarebbe un piano del Cremlino molto preoccupante.
“La guerra è stata voluta dalla Russia, ma noi difenderemo la democrazia a qualunque costo”. Le parole di Joe Biden non sono affatto un presagio di pace e allontanano qualsiasi tipo di tentativo di tentare la strada del dialogo.
Nella sua visita a Kiev il presidente americano ha chiarito che quelli russi sono “crimini contro l’umanità”, ed ha ribadito il sostegno a Zelensky con il solo obiettivo di ripristinare la democrazia. “L’Ucraina non sarà mai, mai una vittoria per Mosca, e noi non ci stancheremo di sostenerla”, ha ammesso Biden, sottolineando ad un anno dal conflitto non c’è solo la difesa dei territori ucraini in gioco, ma anche l’ordine internazionale basato sula sovranità e integrità territoriale.
“Il sostegno a Kiev è solido come una roccia e difendere ogni centimetro del territorio della Nato è un impegno sacro, ogni attacco contro uno di noi è un attacco a tutti”, ha ribadito Joe Biden, riaffermando inoltre che Putin pensava ad una resa che non avverrà mai. Mentre il presidente americano concludeva la sua visita, però, da Mosca è partito l’ordine di eseguire un test balistico che desta molta preoccupazione.
La notizia arriva dalla Cnn, ed è riportata da fonti militari Usa. Mosca avrebbe notificato agli Usa di aver avviato un test per un missile balistico con gli stessi canali in cui l’America anticipava la visita di Joe Biden. Un passaggio mirato ad evitare conflitti, in una informativa che ha spinto gli Stati Uniti a valutare se il test potesse rappresentare un pericolo per il presidente.
In seguito è emerso che da Mosca è stato condotto il test di un missile balistico, il Sarmat chiamato anche Satan II, ma sempre da fonti americane è arrivato un chiarimento sull’esito che non avrebbe avuto successo. Segnali di certo non distensivi quindi, rafforzati da una informativa che arriva dalla Germania. Secondo i media tedeschi, in possesso di un documento segreto russo, Putin starebbe preparando e pianificando di sottomettere la Bielorussia entro il 2030. Un piano che rafforza la tesi di chi sostiene che Mosca avrebbe come obiettivo una espansione, di certo allarmante in una fare in cui il conflitto sembra sempre più vasto e preoccupante.