Due giorni fa, un maxi blitz dei carabinieri e perquisizioni a tappeto in merito alle indagini sull’omicidio di Thomas Bricca, avvenuto ad Alatri. Raggiunto al telefono il padre del ragazzo, ha detto a Notizie.com “Sono certo di chi siano gli assassini, mancano le prove schiaccianti“
“Buongiorno, sono una delle tante giornaliste e giornalisti, che in queste settimane l’ha cercata e forse importunata, per chiederle della morte di Thomas e delle indagini che proseguono, possiamo parlare per qualche minuto…?”. Comincia così una telefonata, non lunghissima, ad un uomo dal cuore spezzato dopo l’omicidio del proprio figlio. Paolo Bricca, il papà di Thomas, è a lavoro come sempre presso la sua officina.
Conosciuta ai motocilisti, che negli anni hanno cercato “riparazioni” dal signor Bricca, divenuta purtroppo ancora più famosa dopo quel maledetto 30 gennaio, quando un proiettile colpisce a morte il giovanissimo Thomas. Da subito si capì che si trattò di uno scambio di persona. Alatri diventa così per giorni e giorni il centro storico più attenzionato di Italia.
Si cercano coloro che hanno sparato a bordo di quel T-Max nero, indossando caschi integrali e mirando da una distanza di 20 metri. L’arma deve ancora essere trovata. Così come i bossoli degli altri proiettili esplosi. A poche ore dalla morte di Thomas, che avverrà 48 ore dopo la sparatoria in un ospedale romano ,sembrava che investigatori e inquirenti, fossero ad un passo dalla risoluzione del delitto. Eppure dal 30 gennaio sono trascorsi ben 24 giorni, e nessun nome è stato formalmente iscritto sul registro degli indagati. A procedere ora, è la procura di Frosinone con gli uomini dell’Arma della provincia a laziale ad aver assunto il comando della fase investigativa.
E proprio due giorni fa, la cittadina di Alatri vive un momento di sussulto: forse è arrivata una svolta. Maxi blitz dei carabinieri e perquisizioni a tappeto. Poi nel pomeriggio della stessa giornata arrivano gli aggiornamenti, come ha riportato anche il quotidiano il Messaggero “Non ci sono indagati, si è trattato di un controllo straordinario del territorio”, informano dal comando dell’Arma di Frosinone. I controlli si capirà, hanno riguardato soprattutto le abitazioni di 4 persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare, finite tra i sospettati coinvolti nelle risse avvenute il fine settimana precedente all’omicidio di Thomas. Si tratta di 2 fratelli, uno zio e il padre dei ragazzi. Due delle persone controllate, sono le stesse che dopo la morte del ragazzo si presentarono spontaneamente in caserma. “Questa perquisizione doveva avvenire subito, perchè non è stata fatta?” Dice a Notizie.com, Paolo Bricca.
Signor Bricca, avete avuto ulteriori informazioni, dopo le ultime perquisizioni dei carabinieri?
“No…sappiamo solo che sono state fatte, e a casa di chi. Ovviamente sulle indagini vige il massimo riserbo. Certo è, che da quando gli uomini dell’Arma del Comando di Frosinone hanno preso in mano le indagini, qualcosa si sta muovendo. Ma io mi chiedo e dico: perchè le perquisizioni non sono state fatte subito?”
Lei su questo aspetto delle indagini ha sempre lasciata accesa una luce…
“E’ stato fatto trascorrere del tempo inutilmente. Certe azioni investigative dovevano essere compiute subito, certi nomi, certi dettagli si conoscevano già da quando Thomas era stato portato in ospedale. Perchè non si è agito? Cosa si aspettava? E poi, Alatri è un piccolo comune, dove tutti conoscono tutto. Probabile che la stazione dei carabinieri di Alatri non fosse preparata ad un evento di questa portata…”.
Signor Bricca, lei parla, e non è certamente la prima volta, come se tutto fosse acclarato. Insomma lei è convinto di chi sia stato a sparare?
“Intanto dico che le indagini, da subito dovevano scattare, ancor prima che Thomas morisse quella maledetta sera…”
Si riferisce alle risse precedenti alla sparatoria in cui Thomas è stato colpito a morte?
“Certo, perchè in questo modo poteva essere evitata una “strage”. Poteva essere evitata la morte di mio figlio. E anche dopo ho continuato a sentirmi dire “Stai tranquillo che stiamo lavorando”. E invece? Cosa hanno aspettato, cosa aspettano? Mi chiedo cosa stiano cercando. So solo che così, gli hanno dato il tempo di riorganizzarsi, anche col loro avvocato…”
Signor Bricca, lei non fa nomi. E nemmeno noi possiamo farli, ma la sua convinzione è che chi abbia sparato si sia già recato in caserma mi pare di capire…”
“Ho le mie certezze, ma a quanto pare mancano le prove schiaccianti”.
Da dove le arriva tutta questa forza di combattere e non mollare mai nemmeno un istante?
“Da Dio, dalle preghiere che io e mia moglie facciamo ogni giorno. Conviviamo col dolore nella speranza di avere giustizia al più presto”.