Particolare decisione da parte della città partenopea su un’opera d’arte che ha destato sin dall’inizio molto scalpore. Adesso questa è tornata nella mani dell’artista che l’ha realizzata, Domenico Sepe, che non ha gradito il gesto da parte dell’amministrazione comunale
È nata con qualche problema burocratico di troppo, la statua di Maradona regalata al Comune di Napoli dall’artista Domenico Sepe a un anno dalla scomparsa del Pibe de Oro. E ancora adesso continuano a esserci delle situazioni controverse con protagonista la stessa opera d’arte, che già dopo la sua prima esposizione davanti al settore Distinti dell’allora stadio San Paolo, durò lo spazio di una giornata. Portata lì la mattina del 25 novembre del 2021, con inaugurazione celebrata al pomeriggio, la sera stessa fu rimossa in attesa che fosse definita la pratica con tutti i permessi necessari.
Ecco, questi permessi alla fine non sono mai arrivati. Così, un anno e mezzo dopo quella cerimonia, il Comune ha deciso di restituirla a colui che l’ha realizzata, dando come motivazione il suo “valore eccessivo” che ha spinto a darla indietro al donatore. Lo racconta il quotidiano “Il Mattino”, che spiega come la delibera del Comune dello scorso 16 febbraio lasci intendere che il presupposto alla base dell’accettazione del dono da parte dell’artista era il “valore modico della statua approssimativamente quantificato in 30 mila euro“. Proprio sulla base di questo presupposto era stato sottoscritto un contratto di donazione. Tuttavia si è scoperto che i materiali utilizzati per la sua realizzazione superano quella cifra di 30 mila euro, di conseguenza quel contratto è nullo.
Risale al 20 gennaio la nota in cui il Comune di Napoli ha comunicato l’avvio del procedimento per annullare il contratto, chiedendo ogni elemento utile tra cui i dati di natura reddituale e patrimoniale del donatore al fine di verificare l’effettività del carattere modico della donazione. Questo quanto scritto nella delibera del 16 febbraio: “L’opera offerta in donazione anche a fronte del suo non modico valore, può esporre l’Amministrazione comunale ad azione di riduzione e ad obbligo alimentare neppure quantificato. Non solo l’installazione dell’opera presso lo stadio Maradona pare in grado di restituire al donante una utilità non irrilevante in termini di prestigio e di visibilità; siffatta utilità, oltre a stridere con la tipica gratuità della donazione, può risultare appetibile e contendibile da parte di altri artisti e di conseguenza impone il rispetto del principio di imparzialità e il ricorso a procedure di evidenza pubblica“.
Grande amarezza da parte di Domenico Sepe, che ha commentato sempre al “Il Mattino” la decisione del Comune: “Mi sento offeso per la parte in cui si suppone che io possa ricevere fama dall’opera, come se fossi l’ultimo arrivato…“.