All’alba del 24 febbraio del 2022 la battaglia di Hostomel diede il via alla guerra in Ucraina. Col generale Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza e Studi Strategici Università Lumsa, abbiamo tracciato un bilancio di questi 12 mesi. “Dobbiamo chiederci che pace vogliamo”, ci ha detto il Generale in esclusiva per Notizie.com
24 Febbraio 2022, all’alba la battaglia di Hostomel diede il via alla guerra in Ucraina. Le truppe russe con un blitz tentarono di occupare l’aeroporto che si trova a 20 km da Kiev, per poi raggiungere la capitale e rovesciare il governo di Zelensky. A Hostomel i militari ucraini riuscirono a infliggere pesanti perdite ai russi bloccando il piano di Putin.
Sono trascorsi 12 mesi da quella data che ha segnato la storia contemporanea, e ancora continua a segnarla. Insieme al Generale Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza e Studi Strategici Università Lumsa, in esclusiva per Notizie.com, tracciato un bilancio di questo conflitto. Esiste la possibilità di arrivare alla pace? “Dipende da che pace vogliamo”, ci ha riposto il Generale.
Ucraina, un anno di guerra. Il Generale Cuzzelli a Notizie.com
Generale, magari il termine non è congruo rispetto alla situazione, ma è possibile fare un bilancio sulla guerra che da un anno si combatte in Ucraina?
“I bilanci si fanno a bocce ferme e questa invece è una soluzione in assoluto movimento, soprattutto dopo l’ interessamento della Cina, la visita di Biden, le parole di ieri di Putin, quelle di Zelensky e la visita in Ucraina del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Possiamo dire però, ad un anno di distanza che la Russia non abbia raggiunto gli obiettivi che si era prefissa. Le è stato impedito, e dalla resistenza ucraina, e dalle errate premesse dalle quali Putin era partito. Premesse che erano presenti solo in teoria, a causa della grossolana sottovalutazione dell’avversario”.
Perchè nelle idee di Putin, c’era quella di una guerra lampo…
“L’offensiva venne concepita nel tentativo di decapitare i vertici ucraini durante la prima settimana, poi è stato condotto da parte della Russia, un crescendo di sciocchezze. Risultato? Putin ha conseguito un solo obiettivo locale: congiungere la Crimea alla madre patria Russia. Obiettivo che ovviamente non va sottovalutato. Oggi invece si combatte per toponimi sconosciuti ai più. Da questo punto di vista, da parte della Russia, potrebbe avere significato riuscire ad occupare l’Ucraina orientale sino al fiume Dnipro, ma non sembra vi siano forze sufficienti per conseguire questo risultato”.
Generale Cuzzelli a Notizie.com “Siamo in una fase di stallo”
Quindi il conflitto che momento vive?
“Di stallo, destinato a durare fino ad un vero armistizio. Ma il vero tema politico non è tanto che l’Ucraina non perda, ma che la Russia vinca. E ciò nonostante il castello di bugie costruito da Putin. Pensiamo al discorso dello stesso Putin di due giorni fa, l’accenno alle armi nucleari è l’ ultima carta di un uomo all’angolo, perchè l’arma nucleare è una non-opzione. Avrebbe infatti, se usata, inevitabili conseguenze anche per La Russia. Diciamo che questo è anche un modo per fare appello al pacifismo di quella parte di opinione pubblica che ad oggi si mostra perplessa e preoccupata. Cioè fa parte della guerra dell’informazione condotta da Mosca in parallelo alle operazioni sul terreno. Quindi per chiudere , e per rispondere alla sua domanda, dopo un anno siamo punto e a capo”
E’ cambiato in questo anno il ruolo della Nato?
“Il ruolo della NATO è rimasto il medesimo. In primis quello della difesa collettiva. Dalla fine della Guerra Fredda, nel 1991, la NATO si è occupata anche della stabilizzazione nelle aree di crisi e di cooperazione con l’area euroasiatica, ma oggi il ruolo difensivo originario è ridivenuto preminente. Qualcuno in maniera improvvida ha detto qualche tempo fa che la Nato era cerebralmente morta. Non mi pare proprio. Oggi la NATO rappresenta l’ossatura della volontà comune dell’Occidente nei confronti di un bandito internazionale”.
Dal Governo Draghi al Governo Meloni, cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa, circa il modo di approcciare questo conflitto?
“Come nazione noi abbiamo scelto di affidare alla NATO la nostra difesa, e in questo caso, essendo in presenza di un’ una effettiva minaccia, la scelta atlantica mi pare obbligata. Di fatto i due governi hanno mantenuto ferma la rotta. Draghi nella sua maggioranza aveva elementi discordi, e la stessa cosa accade nel Governo Meloni. Fa parte della dialettica democratica. Più si dissente, a mio avviso, e più si rafforza la voce di chi difende l’Occidente e l’Ucraina.”
Generale Cuzzelli a Notizie.Com “Che tipo di pace vogliamo?”
Per chiudere con questa intervista Generale, lei poco prima ha parlato di armistizio e non di pace… Perchè?
“Si fa un gran parlare di pace. Ne esistono due tipi, quella buona e quella cattiva. Quella cattiva ferma solamente lo spargimento di sangue, quella buona rimuove anche le cause del conflitto. Vogliamo la pace ad ogni costo? Come ho detto prima, il vero rischio è che Putin vinca, che trionfi chi fa la voce più grossa e imponga la propria volontà agli altri. Quindi occorre domandarsi che pace vogliamo. E noi vogliamo una pace buona, ma per ottenerla occorre essere in due, e non mi pare che questo sia il caso. Per ottenere una pace buona infatti, è necessario che la Russia smetta di aggredire l’Ucraina e restituisca i territori che ha occupato abusivamente. Se parliamo di armistizio, parliamo solo di sospensione delle ostilità, ma anche in questo caso bisogna essere in due per ottenerlo”.
E allora, come si va avanti?
“Putin non vuole perdere. Nel contempo, Zelensky non vuole giustamente arrendersi, perché ha la ragione dalla sua parte. In gioco c’è la sopravvivenza del suo popolo, non può quindi accettare nessun compromesso. Dunque dobbiamo aiutare l’Ucraina a resistere, a logorare l’attacco russo perché Putin desista. L’unico modo di farlo è armare l’Ucraina stessa. Solo in questo modo Putin potrebbe essere convinto a negoziare”