Gianmarco Tognazzi: “Alberto Sordi mi trattò come un figlio”

L’attore romano, figlio del grande Ugo Tognazzi, ricorda la leggenda del cinema italiano in esclusiva a Notizie.com. Nel suo racconto non solo la stima per quanto raccolto dal punto di vista professionale, ma anche per il suo modo di comportarsi nell’ambito della sfera privata

Sono trascorsi già vent’anni, da quando quel 24 febbraio 2003 ci lasciò Alberto Sordi. Un gigante del mondo dello spettacolo, un’icona del cinema italiano che ha scritto pagine di storia ed esportato la nostra cultura e il nostro modo di essere in giro per il mondo. Per ricordarlo in questa ricorrenza speciale, la redazione di Notizie.com ha contattato in esclusiva Gianmarco Tognazzi, figlio di un’altra leggenda del calibro di Ugo Tognazzi.

Gianmarco Tognazzi e Alberto Sordi
Gianmarco Tognazzi ha ricordato un episodio particolare vissuto insieme ad Alberto Sordi (Ansa) – Notizie.com

L’attore ha celebrato così il ricordo: “Il ventennale è una ricorrenza, noi l’abbiamo avuta il centenario di Ugo. Sono comunque momenti importanti. Diciamo che io sono per una continuità della memoria e non soltanto per il ricordo in occasione delle date. Però è chiaro che Alberto Sordi è stato uno dei più grandi che abbiamo avuto”.

Gianmarco Tognazzi e il ricordo di Alberto Sordi

E un altro tra i più grandi è stato di sicuro anche suo padre Ugo, che con Alberto Sordi ha avuto modo di collaborare in alcune occasioni sul set, come ad esempio in “Nell’anno del Signore” di Gigi Magni: “Posso dire – continua Tognazzi – che il rapporto che aveva con Ugo non era di frequentazione, ma di grandissima stima, grandissimo rispetto e grandissima simpatia. Hanno lavorato qualche volta insieme, l’ultima volta in ‘Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno’ di Mario Monicelli“.

Alberto Sordi
Ricorre oggi il ventesimo anniversario dalla morte di Alberto Sordi, scomparso il 24 febbraio del 2003 (Ansa) – Notizie.com

A seguire Gianmarco Tognazzi ha raccontato un episodio che lo ha visto a stretto contatto con Alberto Sordi, facendogli scoprire un lato diverso e più umano di un mito: “Io ho avuto la fortuna di fare un pranzo con lui a Ischia dopo la scomparsa di Ugo, dove nonostante non avessimo una grandissima intimità lui mi trattò quasi come un figlio. Quindi ho un ricordo per la parte privata di Alberto Sordi davvero di grande generosità, al contrario di qualche diceria sul suo essere un po’ sulle sue. Invece devo dire che con me è stato molto affettuoso e ha dimostrato ancora una volta la sua grandezza, perché i grandi si dimostrano tali nella loro semplicità“.

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