Dagli anni Settanta ad oggi, il mondo dell’arte celebra David Bowie con una mostra permanente nella città che gli ha dato i natali. Un percorso lungo una vita, la sua, fatta di talento ed innovazione
David Bowie: difficile costringerlo in una sola definizione. Noto principalmente come cantautore, era anche un polistrumentista capace e un attore molto versatile; più in generale, una concentrazione assoluta di talento e carisma. Ma chi era realmente questa figura così eclettica? Un artista a tutto tondo, un uomo prima di tutto, il rifugio di una sensibilità innata.
Da Londra giunge finalmente l’annuncio che ogni ammiratore attendeva da tempo, ovvero l’inaugurazione di un’area espositiva permanente dedicata al Duca Bianco. Il V&A – Victoria & Albert Museum – della capitale britannica infatti, ha reso noto di aver quasi ultimato l’acquisizione di una parte dell’interminabile archivio del cantante. Si tratta di una collezione che racchiude lettere scritte di suo pugno, costumi di scena tra i più iconici della sua carriera, fotografie e altri oggetti di vario genere che gli sono appartenuti, per un ammontare da capogiro di circa 80.000 pezzi.
Bowie nacque a Brixton l’8 gennaio del 1947, nei sobborghi di Londra, in quella che all’epoca era considerata una zona popolare ma che gli permise di proporsi al mondo della musica, fungendo da trampolino di lancio per la sua carriera. Sarà qui, in quella che oggi si è trasformata in una zona molto attiva dal punto di vista creativo, dove nascono e crescono le nuove tendenze, dove si mescolano le idee e gli stili, che verrà allestito il David Bowie Centre for Study of Performing Art.
È nelle parole di Tristam Hunt, ex deputato e direttore del rinomato V&A, che si legge tutto l’orgoglio per essere riusciti nel progetto di: «Diventare custodi di questi archivi incredibili e avere il potere di aprirli al pubblico è un sogno che si realizza» – non solo per lui, ma per tutti i milioni di fans in attesa -. L’apertura dello spazio espositivo permanente è prevista per il 2025 e per celebrare uno degli emblemi del rock e del pop mondiale per antonomasia attraverso i simboli riconosciuti della sua storia musicale e personale, si fregia di pubblicarne anche di inediti, derivanti «dal processo creativo di un innovatore della musica e di un’icona della cultura», come lo stesso Hunt ha aggiunto.
Verranno esposti i manoscritti dei testi delle sue canzoni, gli stessi spartiti, gli strumenti musicali utilizzati durante i suoi spettacoli nonché i costumi più famosi, che sono ormai impressi nella memoria collettiva generale: da quelli indossati per l’album Ziggy Stardust del 1972 a quelli dell’Alladin Sane Tour dell’anno successivo. E a completare il tutto, un corredo di foto d’autore con scatti di Terry O’Neill, Brian Duffy fino ad Helmut Newton. Per tutti gli estimatori della cultura Bowie, non resta che attendere e fare il conto alla rovescia.