Per aderire al Piano di risanamento della qualità dell’aria, il Comune di Roma, lo scorso dicembre, ha emesso un’ordinanza che stabilisce il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti nell’area Ztl
L’inquinamento dell’aria nelle grandi città peggiora sempre di più. La stagione invernale, con temperature più miti del solito e l’assenza di piogge, ha portato all’innalzamento del livello di Co2 praticamente ovunque e le giunte cittadine sono costrette a correre ai ripari per seguire direttive europee sulla qualità dell’aria. Il Comune di Roma infatti ha dovuto emettere un’ordinanza nello scorso dicembre che vieta la circolazione nella zona a traffico limitato, che recentemente ha visto aumentare i confini, alle automobili più inquinanti e alle auto storiche.
L’ordinanza che vieterà per sempre la circolazione nello Ztl alle auto storiche ha fatto andare su tutte le furie l’Automotoclub storico italiano, l’associazione che raccoglie circa 260mila appassionati in tutta Italia, che due giorni fa ha addirittura presentato un ricorso al Presidente della Repubblica insieme a Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Federazione Motociclistica Italiana.
Con una decisione a sorpresa, ma che in molti si attendevano comunque da un momento all’altro, il sindaco di Roma ha dovuto firmare, lo scorso dicembre, un’ordinanza dove stabilisce il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti nell’area Ztl. Atto che si integra con il Piano di risanamento della qualità dell’aria, aggiornato in relazione proprio alla stessa qualità dell’aria secondo parametri europei che Roma Capitale, purtroppo, ha più volte sforato negli mesi anche a causa di condizioni metereologiche particolari, con assenza di venti e di precipitazioni e temperature al di sopra delle medie stagionali per questo periodo. Il divieto riguarda la cosiddetta Fascia Verde, che tra l’altro è stata anche allargata proprio prima di Natale e lo Ztl Anello Ferroviario e interesserà tutti i veicoli più inquinanti, benzina e diesel, compresi i cosiddetti pre euro 1, ovvero le vetture storiche immatricolate da più di 20 anni. La decisione di bloccare completamente la circolazione alle cosiddette Auto storiche ha creato molto malumore nelle associazioni di categoria come l’Automotoclub storico italiano e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Federazione Motociclistica Italiana, che hanno deciso di presentare ricorso alla Presidenza della Repubblica.
“Abbiamo avuto un’interlocuzione con il capo di gabinetto di Gualtieri per spiegare le nostre ragioni, l’importanza di studiare alcune deroghe, poi abbiamo aspettato fino all’ultimo e prima della scadenza dei termini abbiamo presentato il ricorso” queste le parole di Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano alle agenzie di stampa, che poi aggiunge “i veicoli storici oltre a essere pochi, fanno poca strada e le deroghe che chiediamo non riguardano i giorni feriali. Per noi devono promuovere il turismo lento, la cultura italiana, i territori, non sono veicoli che usiamo per andare a lavorare, anche il presidente Mattarella nella sfilata del 2 giugno percorre Via dei Fori Imperiali a bordo di una Lancia Fulvia storica, ma lo fa appunto per rappresentanza e per poche centinaia di metri”. A Roma circolano oltre 4 milioni di veicoli, ma quelli storici registrati alla motorizzazione sono 9.945, una quota pari allo 0,25% del totale, che percorrono annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano. Insomma sembra evidente per le associazioni che non possono essere loro il reale problema dell’inquinamento della città, anche perché ci tengono a rivendicare la loro funzione sociale e turistica quando organizzano i loro raduni. “Il Capo dello Stato ha già chiarito che i veicoli storici sono una risorsa e non possono, ai fini della circolazione, essere considerati solo come i veicoli più inquinanti. Non possono essere equiparati a veicoli vecchi” ha spiegato ancora Scuro, che ha aggiunto “ci siamo appellati affinché questa risorsa nazionale possa rimanere in vita e un patrimonio non vada disperso. C’è tutto un mondo economico che si muove intorno alle auto storiche, c’è un indotto che lavora”. Un volume di affari che nel 2018 aveva toccato 2,2 miliardi di euro per attività di acquisto, mantenimento, turismo, noleggio.