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Politica

Primarie Pd, ecco la nuova segretaria Elly Schlein: dal coming out all’ascesa politica

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Mauro Simoncelli

Con il 58% dei voti, Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico, dopo aver battuto alle Primarie l’altro candidato Stefano Bonaccini. E’ la prima donna a guidare il Pd.

Elly Schlein è il nuovo segretario del Pd. Classe 1985, nata nel Canton Ticino, in Svizzera, figlia di due professori universitari, il padre è un politologo americano discendente di una famiglia ebraica ashkenazita proveniente dall’odierna Ucraina, la madre è una giurista, figlia di un avvocato antifascista e senatore del Partito Socialista negli anni settanta. Una laurea in legge e tanta gavetta alle spalle. Ecco chi è la riservatissima leader del Partito democratico, prima donna al vertice dei dem.

Elly Schlein prima donna segretario di partito del Pd – Notizie.com – Ansa foto

Ribaltando completamente l’esito i risultati usciti dai circoli, Elly Schlein ha vinto le primarie del Pd. Secondo gli ultimi dati disponibili, avrebbe ottenuto il 53,8% delle preferenze mentre il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini si è fermato al il 46,2%. La Schlein è risultata prima in tutte le grandi città, Roma, Milano, Napoli e Bologna, ed è risultata avanti sull’avversario in 14 regioni.

Una predestinata dopo tanta gavetta

Anche il Partito Democratico ha fatto la sua rivoluzione e ha per la prima volta nella storia un segretario di partito donna. Comunque la mettiamo i primi due partiti d’Italia hanno a capo una donna. La Schlein, il più giovane segretario di partito a soli 37 anni, l’ultimo più giovane fu Matteo Renzi eletto a soli 38 anni, sarà il successore di Enrico Letta e avrà l’ingrato compito di far ripartire il partito democratico dopo la cocente sconfitta subita alle ultime politiche. È nata a Lugano, in Svizzera, da madre italiana e padre americano, un fratello che vive all’estero e una sorella diplomatica dell’ambasciata italiana all’estero, si è laureata in giurisprudenza all’università di Bologna. Prima di dedicarsi alla politica attiva in Italia ha partecipato, come volontaria, alle due campagne che hanno portato all’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Barack Obama.

Elly Schlein si è presa il Pd dopo un impegno politico cominciato in uno dei momenti più bui della storia del partito, ovvero la mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, con gli ormai famigerati ‘101’ franchi tiratori che ne affossarono le ambizioni.  Nel 2014, dopo l’esperienza di OccyupyPd, seguita alla mancata elezione di Prodi e all’impegno al fianco di Pippo Civati nel congresso, si è candidata al parlamento europeo, dove fu eletta abbastanza a sorpresa occupandosi soprattutto di immigrazione, giustizia fiscale, ambiente e lotta alle mafie. Dopo essere uscita dal Pd nel 2020, fu proprio Enrico Letta, nel 2022,  a chiamarla per guidare l’apertura al mondo progressista delle liste del Pd, e a farla così entrare alla Camera.

Il momento dell’acclamazione della nuova segretaria del Pd – Notizie.com – Ansa foto

“Abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione e anche stavolta non ci hanno visti arrivare” ha detto Elly Schlein in conferenza stampa subito dopo l’ufficializzazione della vittoria. Una vittoria forse inaspettata, ma specchio anche del cambiamento in atto nella politica italiana. Inutile dire che fin dalla candidatura è stata etichettata come l’anti Meloni, prima donna premier della storia italiana, ma proprio questa prima volta molto probabilmente l’ha aiutata ad accelerare un cambiamento anche nel partito democratico che l’ha aiutata ad essere eletta. Nel suo programma Elly Schlein pone un’attenzione particolare al mondo del lavoro, e in particolare alla lotta al lavoro precario, puntando all’approvazione di un salario minimo e all’abolizione di tutti gli stage gratuiti.

Gli altri temi che le stanno particolarmente a cuore la parità di genere, i diritti delle minoranze e delle persone LGBTIQ+. Diritti che le sono sempre stati a cuore tanto che, in un’intervista rilasciata nel 2020, fece coming out: “Sono fidanzata, ho avuto diverse relazioni in passato: ho amato molti uomini e ho amato molte donne. In questo momento sto con una ragazza e sono felice finché mi sopporta”, e resta famosa anche il contro-slogan in campagna elettorale per le scorse politiche dove, per rispondere al famoso slogan di Giorgia Meloni, “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”, disse: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna. Non siamo uteri viventi, ma persone con i loro diritti”.

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Mauro Simoncelli