Fra i reati contestati al cantante anche quelli di pedopornografia e adescamento: in questi giorni è arrivata la sentenza del giudice
Arriva un’altra condanna, che va a sovrapporsi a quella di 30 che sta già scontando:purtroppo il rapper nasconde un lato oscuro che va oltre ciò che si è visto sul palco. Stando a quanto riporta il New York Times, il 56enne sarebbe stato condannato dalla giuria per sei delle tredici accuse mosse contro di lui, relative a crimini contro i minori commessi negli anni ’90.
Stavolta è stato condannato a 20 anni per sesso con una 14enne; a stabilirlo è stato il giudice federale di Chicago sulla base di un video che riprende il cantante mentre commette abusi su una figlioccia. Tra i reati di cui è stato accusato, spiccano quelli di pedopornografia e adescamento di minori, reati di cui era stato riconosciuto colpevole lo scorso settembre. Approfittando della fama raggiunta, il rapper ha così adescato giovani ragazze interessate ad approdare nel mondo della musica.
Robert Sylvester Kelly, meglio noto come R. Kelly, era molto in voga negli anni ’90 e nei primi anni 2000 grazie a singoli come “I believe I can fly” e “Ignition”. Nel giugno del 2022 era stato condannato a 30 anni e a settembre invece era stato giudicato colpevole di sei dei tredici capi d’accusa per cui era stato incriminato nel processo per cui è arrivata giovedì la sentenza.
R. Kelly è stato accusato di reati legati ad abusi sessuali e sfruttamento della prostituzione anche in Minnesota, dove per ora non si è tenuto alcun processo. Osannato come uno dei più grandi cantanti R&B di tutti i tempi, non è passato inosservato neppure per lo stile di vita all’insegna di eccessi e sfarzo. Molto spesso è finito sui tabloid, come quando nel ’95 sposò la cantante, ballerina e attrice statunitense Aaliyah, che all’epoca aveva solo 15 anni; tuttavia, poco dopo, il matrimonio è stato annullato. Resa nota la condanna, il New York Times riporta che il motivo per cui era stata richiesta per il cantante una condanna a 25 anni, da sommare ai 30 della condanna precedente, era la sua ‘assenza di rimorso’.