“La tragedia che è successa a Crotone è il fallimento delle politiche europee. Ecco cosa succede ogni giorno”
Francesco Creazzo è il responsabile della Sos Mediterranee, che ogni giorno nel Mar Mediterraneo ha a che fare con disgrazie simili a quella che si è vissuta a Crotone. In esclusiva ai microfoni di Notizie.com, spiega cosa accade in mare e attacca le politiche europee.
“Siamo davanti ad una tragedia terribile che smuove le coscienze perché avviene a pochi metri dalla riva, ma purtroppo succede ogni giorno nel Mediterraneo centrale. Da anni infatti il Mar Mediterraneo è una gigantesca fossa comune, che dal 2014 ha inghiottito più di 20mila persone, che continua ad allargarsi grazie a scelte politiche che da anni vengono fatte dall’Europa. Questa è l’ennesima tragedia del mare che dimostra il fallimento di questa politica”.
Cosa avviene solitamente in mare durante questi viaggi?
“Queste persone partono dalla Turchia, bypassano la Grecia e arrivano in Calabria perché non hanno vie legali per l’accesso. E, tra la certezza di morire a casa propria e la probabile possibilità di morire in mare, scelgono la seconda ipotesi, l’azzardo,. Scelgono di rischiare”.
Che zona è quella in cui si è verificata la tragedia?
“E’ una zona presidiata, lì le Ong non operano perché le forze statali, come dovrebbero fare in tutto il Mediterraneo centrale, controllano quel tratto di mare. Guardia di Finanza e Guardia Costiera presidiano quella zona. Però più mezzi di soccorso ci sono in mare e meglio è. L’Europa dovrebbe ripristinarli in tutto il Mediterraneo, ma soprattutto nel Mediterraneo centrale che è totalmente sguarnito.
Che differenza c’è tra la varie rotte?
“Noi di Sos Mediterranee operiamo lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tra la Libia e la Sicilia, che è totalmente sguarnita di mezzi di soccorso e quella dove negli ultimi anni si sono verificati più incidenti. Quella dove si è verificata la tragedia è quella del Mediterraneo orientale, che collega la Turchia e la Calabria. Questa è una rotta presidiata”.
Cosa succede nella rotta libica?
“Che il controllo spetterebbe alla guardia costiera libica. Ma noi sappiamo perfettamente che i porti libici non sono sicuri. Le persone che vengono portate nei porti libici non hanno garantiti i diritti umani più elementari e quindi respingere i naufraghi verso un paese che non garantisce i diritti umani è una violazione della Convenzione di Ginevra. In pratica l’Europa delegando alla Guardia Costiera libica questa esternalizzazione dei confini, commette una violazione dei diritti umani. Cose che noi vediamo con i nostri occhi, ascoltiamo con le nostre orecchie ogni volta che salviamo delle vite, racconti agghiaccianti”.