Dopo l’infausta débâcle subita da Blonde, Ana De Armas ha voluto rispondere, accusando il pubblico e la critica.
Blonde era senza dubbio uno dei film più attesi del 2022, ma il suo debutto su Netflix è stato seguito da un’infinita sequela di critiche e detrattori.
Il lungometraggio di Andrew Dominik, con protagonista Ana De Armas, ha ricevuto numerose accuse, tanto dal pubblico, quanto dalla stampa specializzata e il suo destino è stato inevitabilmente segnato da questa tempesta di dissensi.
Anche l’Accademy Awards non ci è parsa particolarmente colpita dalla pellicola ispirata alla vita di Marilyn Monroe e la sola candidatura ricevuta, ne testimonia il definitivo fallimento. Svariati mesi prima del suo rilascio nelle sale di tutto il mondo, pareva che Blonde dovesse essere a mani basse il film dell’anno, con svariate candidature e conseguenti statuette conquistate. La realtà dei fatti è tutt’altra e le svariate candidature conquistate ai Razzie Awards (cerimonia concepita per premiare i film peggiori dell’anno), completano il desolante quadro.
Recentemente Ana De Armas, probabilmente spinta dallo sconforto, ha voluto difendere con tenacia la causa di Blonde, con dichiarazioni accusatorie nei confronti del pubblico: “Non è un film fatto per compiacere le persone o per far piacere al pubblico, è difficile da guardare e rappresenta una pillola molto amara da ingoiare, specie per le persone del settore. Sento che il film fa sentire anche il pubblico come partecipante all’azione. Hollywood ha contribuito all’epoca, e contribuisce tuttora, allo sfruttamento del corpo degli attori, che sono persone costantemente sotto gli occhi del pubblico. Noi, il pubblico, agiamo nel guardare. E sono convinta che molte persone si siano sentite offese perché il film in un certo senso punta il dito verso di loro”.
In realtà, nonostante ci dispiaccia contraddire la simpatica e bravissima attrice cubana, la gran parte delle critiche ricevute da Blonde non sono relative alla rappresentazione delle contraddizioni dello Star System, ma piuttosto all’eccessiva durata in relazione ad un contenuto tutto sommato prevedibile e privo di particolari picchi drammaturgici. Di certo, “puntare il dito” verso gli spettatori, non è quasi mai una strategia comunicativa efficacie, soprattutto se lo si fa con argomentazioni goffe e mal concepite.