Fabrizio Pregliasco in esclusiva ai nostri microfoni sull’inchiesta di Bergamo: “In quei giorni conoscevamo davvero molto poco del virus”.
La Procura di Bergamo nella giornata di ieri, mercoledì 1 marzo, ha chiuso a distanza di tre anni l’inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia in Lombardia. Sul registro degli indagati sono stati iscritti tra gli altri Conte, Speranza, Brusaferro e Locatelli. La nostra redazione ha contattato Fabrizio Pregliasco per avere un quadro molto più chiaro della situazione.
“Prima di tutto c’è da sottolineare una situazione molto buffa – sottolinea ai nostri microfoni il Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi – si sta immaginando una commissione parlamentare contro chi in generale ha dato disposizioni nell’attuare lockdown e altre restrizioni, che sono state contestate da una minoranza di italiani. In realtà la Procura di Bergamo non si riferisce alle decisioni generale, ma alle misure decise in quel preciso contesto“.
Fabrizio Pregliasco si è detto d’accordo “su una articolata raccolta di documenti da parte della magistratura. Tutto questo lo vedrei non come una caccia alle streghe o un regolamento di conti a posteriori, ma di imparare una lesione sul futuro e onorare la memoria di chi purtroppo è venuto a mancare“.
“A questo punto è importante la consulenza tra i tecnici unici del giudice – aggiunge l’esperto – perché fino a questo momento sono stati quelli della Procura e quelli di parte per approfondire la questione“.
Per Pregliasco “potrebbero verificarsi condizioni dove alcune scelte a posteriori possono essere considerate criticabili, ma il buffo è che si tratta di una cosa a freddo ed è assolutamente sbagliato mettere a confronto oggi con i primi giorni dell’emergenza perché adesso abbiamo delle conoscenze scientifiche maggiori sul Covid“.
“A questo punto il Servizio sanitario nazionale devono far riferimento alla nostra Costituzione ed al fatto che lo Stato garantisca la salute di tutti i cittadini – conclude il Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi – è giusto, quindi, che vengano verificate le capacità e gli elementi. Ma una cosa è andare a vedere un aspetto di responsabilità oggettiva, un’altra è guardare a scelte che in quel momento magari erano opinabili o lo sono state anche successivamente“.