E’ sempre più vicino il biocomputer che viene alimentato dalle cellule umane, una nuova tecnologia: ma di cosa si tratta?
La tecnologia va avanti sempre di più e nei prossimi anni è possibile che tutto il mondo, possa entrare in contatto con i biocomputer, ovvero dei dispositivi alimentati da cellule cerebrali umane che sono in grado, cosi come riporta Agi.it, di rivoluzionare il calcolo quantistico e anche altre caratteristiche che riguardano la capacità di computazione.
Di questo si è parlato all’interno della rivista Frontiers in Science, grazie allo studio e alle ricerche portate avanti dagli scienziati della Johns Hopkins University, un team guidato da guidato da Thomas Hartung, che ha ammesso: “I biocomputer potrebbero espandere notevolmente le capacità dell’informatica moderna, creando nuovi e affascinanti campi di studio”.
Un vero passo in avanti che potrebbe rivoluzionare anche la vita di tutti i giorni di qualsiasi persona: ma entriamo nello specifico e scopriamo come dovrebbero praticamente funzionare.
Si va sempre di più verso un mondo innovativo, la futura presenza del biocomputer potrebbe essere un lavoro davvero importante per superare anche tanti ostacoli presenti al momento nel mondo della tecnologia.
“Informatica e intelligenza artificiale hanno guidato la recente rivoluzione tecnologica, ma siamo vicini al loro limite. Il biocomputing rappresenta uno sforzo ragguardevole per superare gli ostacoli attuali” ha rivelato Hartung che cosi come riporta Agi.it, con il suo gruppo di ricerca ha lavorato in modo approfondito sul mondo degli organoidi, che sono appunto dei tessuti cresciuti in laboratorio e che sono simili a quelli cresciuti in modo completo.
“Queste strutture ci permettono di studiare il cervello umano in modi che sarebbero impossibili con gli organi reali per motivi pratici ed etici” ha infine concluso sempre il ricercatore; la cosa importante da tenere a mente è che ognuno di questi tessuti al suo interno ha circa 50 mila cellule. La speranza per i ricercatori resta quella nel tempo di riuscire a costruire un vero computer del futuro che è in grado anche di lavorare e di funzionare su queste specifiche configurazioni biologiche: “Alcuni supercomputer sono riusciti a superare le capacità computazionali del cervello umano ma necessitano di quantitativi di energia milioni di volte più elevati” ha infine concluso Hartung. Non resta dunque che attendere per scoprire se il tutto si potrà davvero realizzare quanto prima.