19 indagati, tra questi ci sarebbero anche Conte, Speranza, Fontana e Gallera, nell’inchiesta sul Covid relativa alla città di Bergamo. Tre sarebbero i filoni di indagine . La procura della città lombarda aveva affidato la consulenza al microbiologo Andrea Crisanti, che questa mattina abbiamo sentito in esclusiva per Notizie.com
Nella tarda serata di ieri, una notizia diffusa a mezzo stampa, fa riscrivere le scalette di tutti i tg nazionali e costringe a cambiare le gerarchie delle prime pagine dei principali quotidiani nazionali. L’ex premier Conte, l’ex ministro della Salute Speranza, l’attuale governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana (al secondo mandato) e l‘ex assessore della stessa regione Gallera, risulterebbero tra i 19 indagati dell’inchiesta sul Covid relativa alla città di Bergamo. I filoni dell’indagine sarebbero 3, secondo quanto riportato anche dall’Adnkronos. Indagine che sarebbe stata chiusa mercoledì e che riguarderebbe la mancata zona rossa, il piano pandemico e l’ospedale di Alzano Lombardo.
Inchiesta Covid Bergamo, Andrea Crisanti a Notizie.com
Secondo la procura di Bergamo, in base alla consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti, eletto poi al Senato in quota Pd, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti. Per l’ex premier Conte e per l’ex ministro Speranza, che come ripetiamo usando obbligatoriamente il condizionale, risulterebbero coinvolti nell’inchiesta relativamente a questo capitolo, gli atti verranno inviati al Tribunale per i ministri.
Notizie.com ha voluto sentire questa mattina proprio Andrea Crisanti, che in attesa di avere notizie ufficiali circa i nomi degli indagati, ha deciso di provare comunque a fare un salto indietro nel tempo, quando nella morsa del Covid rimasero uccise migliaia di persone, persone che forse potevano essere salavate dal contagio.
Buongiorno professor Crisanti, questa mattina come si è svegliato sapendo quanto la cronaca giudiziaria sta facendo emergere?
“Io non posso commentare quelle che per ora possiamo definire soltanto notizie diffuse dai giornali o dalle principali testate giornalistiche on line, dobbiamo necessariamente attenerci ai fatti…quindi non mi chieda commenti politici perchè non mi sembra proprio il caso di farne”.
D’accordo non glieli chiederò, possiamo però rimanere sull’inchiesta, su questa chiusura di indagini che ovviamente fa rumore. Tanto rumore.
“Guardi, io le posso dire che già tre giorni fa ho pubblicato un post social in merito, e dai commenti che ho ricevuto si evince quale trattamento spesso mi sia stato riservato. Comunque io ho fatto una perizia, mi sono occupato sin da subito dell’interesse dei cittadini. Lei mi chiede di tornare con la memoria a 3 anni fa, io le rispondo così: aspettiamo. Non commentiamo le fughe di notizie, poi con la memoria tornerò a quegli eventi…”
Andrea Crisanti a Notizie.com: “Mandato per restituire spaccato di verità”
E’ un dato di fatto però che lei abbia lavorato a stretto contatto con la Procura.
“Ovviamente sono stato a stretto contatto con la procura. Ho lavorato per oltre un anno e mezzo, ho sfogliato, letto, studiato migliaia di pagine. E’ stato come dover mettere insieme le tessere di un grosso puzzle e sa che le dico, che le famiglie delle vittime di Covid di Bergamo mi hanno da sempre dimostrato fiducia senza neanche conoscere il contenuto di quanto io avessi scritto. Quindi senza fare dolo a qualcuno, posso dirle che quando la perizia sarà disponibile, verrà restituito a quei familiari, ma non solo a loro, uno spaccato di verità”.
Credo possa essere per lei anche un momento di rivendicazioni…O no?
“Io dico che potrebbe essere premiato lo sforzo di una persona sola, sforzo fatto in maniera trasparente. Quando il procuratore di Bergamo mi chiamò, mi disse queste parole “Lei ha un mandato per restituire la verità agli italiani”.