Proprio ora, che finalmente il prezzo del gas naturale è tornato ai livelli di prima della guerra in Ucraina, si profila all’orizzonte il problema Cina, che se richiedesse più gas per il proprio fabbisogno farebbe di nuovo salire i prezzi
Il prezzo del gas alla quotazione ufficiale di Amsterdam è sceso ed è ormai stabilmente al di sotto dei 50 euro al megawatt ora. Tutte le stime portano a pensare che i primi effetti in bolletta di questo calo cominceremo ad avvertirli dal mese di marzo. Lo scenario quindi per le famiglie e le imprese italiane sembra positivo, con una riduzione prevista delle tariffe che dovrebbe aggirarsi attorno al 17%.
All’orizzonte però si profilano delle ombre cinesi sulla quotazione del gas, le forniture di carburante per i Paesi europei infatti potrebbero risentire più da un aumento della domanda cinese, che si prevede maggiore in questo 2023, che da un arresto completo dei flussi russi come più volte minacciato anche da Putin.
Il prezzo del gas è tornato ai livelli di sempre
Dopo un’estate passata nell’angoscia di un inverno al freddo e al gelo per la ventilata minaccia di mancanza di gas per l’Europa, la situazione, non solo è sempre rimasta sotto controllo dal punto di vista dell’approvvigionamento mai venuto meno, sta rientrando nell’alveo della normalità anche del prezzo del gas al megawatt ore, tornato sotto i 50 euro come prima dello scoppio della crisi Russia-Ucraina. Questo calo del prezzo del gas è stato possibile in gran parte dalla riduzione dei consumi che si è registrata in tutta l’Ue. Anche in Italia, dove tra agosto 2022 e gennaio 2023 i consumi si sono ridotti del 19%, solamente poco al di sotto della media europea del 19,3%, stando ai dati Eurostat, un inverno con temperature sopra le medie stagionali ha completato il quadro positivo. Gli effetti del sensibile calo del prezzo del combustibile gli italiani lo apprezzeranno a partire dalle bollette di marzo che cominciano in questi giorni ad arrivare nelle case e nelle aziende.
Ma resta l’incognita Cina
Ma dall’Oriente arrivano le ombre cinesi a gettare scompiglio nelle previsioni future del prezzo del gas, questo perché il gas a disposizione dei paesi europei potrebbe risentire pesantemente da un sensibile aumento della domanda cinese se il gas russo dovesse essere bloccato nella produzione. La Cina infatti, durante le rigide restrizioni pandemiche ha praticamente bloccato la sua domanda di energia per il 2022 e questo ha aiutato l’Europa a importare quantità record di Gnl. Grazie al risparmio energetico e a un inverno mite, gli acquisti di gas naturale liquefatto hanno permesso al nostro continente di sopravvivere alla stagione del riscaldamento nonostante le restrizioni imposte ai flussi russi, contribuendo a far scendere i prezzi del gas di oltre l’80% rispetto ai massimi storici. Se la Cina riaprisse completamente il suo mercato lasciandosi alle spalle definitivamente le restrizioni causate dal Covid, la sua più che probabile ripresa economica porterebbe ad una richiesta molto maggiore di gas, che potrebbe portare ad una nuova fiammata dei prezzi, proprio a causa di un eccesso di richiesta.