A distanza di moltissimi anni da quel 2 Novembre 1975, è stata chiesta la riapertura delle indagini per l’omicidio di Pasolini.
Potrà sembrare incredibile, eppure proprio questa mattina è stata depositata alla Procura di Roma una istanza per fare richiesta di riapertura delle indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ucciso a Ostia il 2 Novembre 1975. Attore, poeta, regista e saggista italiano venne ucciso con una serie di percosse e poi investito dalla sua stessa macchia sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia.
Il corpo venne ritrovato il giorno dopo alle sei e mezza del mattino da una donna, a riconoscerlo in quella circostanza era stato il suo amico e collega Ninetto Davoli; ebbene, dell’omicidio dopo un lungo processo venne incolpato Giuseppe “Pino” Pelosi, un diciassettenne che proprio la notte stessa venne fermato alla guida dell’auto di Pasolini,
Le cose però, dopo tanti anni potrebbero essere andate in modo diverso e a chiederlo è stato l’atto redatto dall’Avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. La richiesta è quella di accertare a chi appartenessero i tre Dna trovati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine.
Per l’omicidio del grandissimo attore e poeta italiano venne incolpato il giovane Pino Pelosi, eppure qualcosa ancora oggi a distanza di anni sembra proprio non essere chiara, almeno a quanto riporta la nota dell’avvocato che ha chiesto la riapertura delle indagini.
“Quella notte all’Idroscalo di Ostia Pino Pelosi non era solo, ci sono almeno tre tracce, tre ‘fotografie’ di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare a una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di tre Dna: da qui si deve partire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono” questo quanto si legge nella nota ufficiale.
Chi ha deciso di presentare questa istanza, infatti, ha fatto notare come nel corso delle prime indagini questi approfondimenti siano stati fatti in modo parziale e come a quel tempo vennero studiati e verificati circa 30 Dna, oggi invece potrebbero essere fatte delle indagini ancora più approfondite.
“Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia: non era lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con il quale lo scrittore aveva una relazione, ma per riottenere le pizze di ‘Salò, le 120 giornate di Sodoma’ che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo” queste le dichiarazioni di Maurizio Abbatino esponente della Banda della Magliana, che nel suo interrogatorio davanti alla Commissione Antimafia riuscì a dare anche la giustificazione sul perchè Pasolini si trovasse in quel luogo: “Fu attratto in una trappola e lì venne aggredito a morte”