Il celebre regista racconta un particolare legato alla vita privata del noto cantautore bolognese: ecco perché cambiò orientamento sessuale
Il 4 marzo Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni: il cantautore di Bologna è venuto a mancare improvvisamente per infarto 1° marzo 2012, tre giorni prima del suo 69° compleanno. Il mondo della musica piange tutt’oggi uno dei suoi più grandi esponenti e tanti sono gli omaggi a lui dedicati anche a distanza di anni della sua morte. In questi giorni è stato il regista Pupi Avati a parlare del compianto amico.
In una intervista a La Stampa, lo sceneggiatore ha fatto rivelazioni sulla vita privata di Dalla: “Correva dietro alle ragazze, poi sua madre gli diede gli ormoni perché era basso e da allora tutto cambiò“. Poi Avanti è entrato più nello specifico del racconto.
“Lucio – sostiene Pupi Avati – ha avuto una penalizzazione fisica esplicita, che ha gettato nel panico la madre. Non cresceva, la mamma gli fece fare una cura a base di ormoni che in qualche modo lo ha compromesso. Non solo non è cresciuto, ma a un certo punto è diventato ispido, peloso. Non so se questo mutamento abbia avuto riflessi in ambito sessuale…“. Poi il noto regista motiva il suo pensiero: “A Lucio, nel periodo in cui suonavamo insieme, piacevano moltissimo le ragazze, era un assatanato delle donne, era innamorato pazzo della sorella dell’impresario Cremonini, l’attrazione per il mondo femminile era in lui presente e inequivocabile. Poi, a un certo punto della sua vita, qualcosa cambiò. È una storia che ho in qualche modo trasferito nel mio film ‘Regalo di Natale’“.
“Ho raccontato – dice lo sceneggiatore – il cambiamento di sessualità di uno degli amici. Allora era diverso, non è come oggi, certe cose si vivevano con impaccio e imbarazzo. Lucio chiuse tutti i rapporti con le persone del prima, credo anche un po’ per quella ragione. È un problema che tutti noi amici abbiamo vissuto, io di sicuro. Con Lucio, in tutta la mia vita, ho parlato di qualunque cosa, tranne che di questo aspetto. Mai“. Infine Avati chiosa elogiando professionalmente l’amico: “Era un ‘talento puro’. Era l’attrazione degli spettacoli teatrali della parrocchia, un bambino bellissimo, travolgente, avremmo voluto essere tutti come lui e, infatti, per tutta la mia vita, ho desiderato essere Lucio. Era dotato di creatività spontanea. In tutto quello che faceva, in qualunque ambito, era sempre diverso dagli altri. Forse proprio questo suo aver vissuto così tanto, in ogni momento dell’esistenza, gli ha fatto consumare la vita in fretta, è come se fosse arrivato prima alla fine del percorso“.