Il quotidiano Libero intervista Khalid Chaouki, un ex parlamentare Dem che non sembra essere molto d’accordo con la linea del partito
Cercare di aiutare i paesi da dove vengono i migranti e soprattutto trovare un accordo con loro per diminuire il numero dei flussi e dare una mano concreta. Solo così si possono fermare i migranti e allo stesso tempo risolvere un problema e fare un passo in avanti. E soprattutto cercare di fare meno polemiche sterili possibili e non lasciarsi andare all’ideologia ma fare effettivamente qualcosa per costruire e realizzare un progetto. E’ il pensiero che esterna Khalid Chaouki, marocchino, classe ’83, giornalista, capo della KC Consulting, società con la quale realizza relazioni internazionali. Ma Chaouki è soprattutto un ex parlamentare ed enfant prodige del Pd multietnico…
E lui, Khalid Chaouki, è uno di quelli che non urla e sbraita, ma se la prende perfino col suo partito e, attraverso il quotidiano Libero, cerca di dare alternative: «Non bisogna cedere alla deriva ideologica, la questione è individuare i nostri veri interlocutori e capire che non possiamo sceglierceli: sono quelli con cui si possono davvero fermare le tragedie del mare. In Africa, nei posti che ben conosco, bisogna trovare accordi di controllo dei flussi migratori con la Tunisia, o con la Libia in cambio- parliamoci chiaro – di denaro come compensazione, o di una produzione di servizi e infrastrutture sul posto, come fa la Cina».
“Occorre trovare accordi anche dare soldi con i paesi da dove vengono i migranti”
Le parole dell’ex parlamentare Dem, sono molto simili, se non proprio identiche a quelle che sostenevano gli ex ministri degli Interni Minniti o Salvini, che grazie a queste iniziative bloccarono i flussi che ora invece sono di nuovo aumentati a dismisura. «E’ brutto a dirsi, ma servirebbe turarsi il naso e cercare il dialogo anche con i “cattivi”. D’altra parte, il problema delle rotte migratorie dura da dieci anni e aumenta con tutti i governi. E, in effetti, solo Minniti e Salvini, attraverso quegli stessi accordi, sono riusciti per un po’ a limitare i danni. Questo dobbiamo fare, per ottenere il danno minore».
Parole che farebbero storcere bocca e naso a tanti deputati e senatori del Partito Democratico, soprattutto in questo momento, con l’aria nuova che tira da quando segretario è Elly Schlein. «Ma non dobbiamo farne una questione moralistica, perché nessuno di noi qui può fare la morale a nessuno», sostiene Chaouki. Che riprende il filo del suo discorso e che sembra assai sensato e quasi anacronistico, visto dal punto dei Dem: “Quello che le ho appena illustrato è il solo modo per fermare un business maledetto: il traffico di esseri umani, che non riguarda soltanto gli scafisti e le organizzazioni criminali, ma anche le coperture politiche, dei governi»