Il numero uno dell’Istituto che elargisce le pensioni lancia un monito al governo e chiede di trovare soluzioni immediate
Dati e numeri sul lavoro messi lì davanti a tutti e nessuno dice nulla o meglio nessuno fa nulla. Non tanto adesso, in questo momento, ma da anni. Problemi noti e stranoti, ma alla fine la questione p sempre la stessa: poco o tanto lavoro, i giovani se ne vanno, ma per il presidente dell’Inps Pasquale Tridico le soluzioni ci sono e lo spiega in una intervista al quotidiano La Stampa. «I numeri del lavoro? Sono positivi, ma se entriamo nel dettaglio vediamo che per i giovani si fa troppo poco. E per questo in tanti scappano all’estero. Oltre a questo l’Italia deve fare i conti col calo demografico, un problema enorme che arriva a mettere a rischio la tenuta del nostro sistema previdenziale».
E’ un momento importante per il nostro paese, anche e soprattutto per l’Inps che qualche giorno fa ha perfino celebrato i 125 anni di fondazione, per questo il numero uno dell’Istituto gonfia il petto, prende parola e spiega quella che è la sua soluzione: “Rispetto al passato, c’è tutta una proiezione nuova che riguarda il mercato del lavoro che interessa i giovani. È un mercato molto diverso rispetto a quello di 20, 30, 40 anni fa che interessava i nostri padri e i nostri nonni”.
Per il presidente dell’Inps Pasquale Tridico le soluzioni ci sono basta solo cercarle e soprattutto attuarle nel modo migliore e veloce. Solo così si possono portare avanti le idee di rilancio nel mondo del lavoro senza vedere che tanti di loro prendono e partono fuori dal nostro paese per cercare fortuna e lavoro, diventando così risorsa per altri paesi. “Oggi i giovani vogliono lavorare con le nuove tecnologie e con lo smart working e sanno bene che i loro salari dipendono dalla tecnologia, o meglio sanno che i loro salari dipendono dalla produttività che aumenta se essi lavorano con la tecnologia. E quindi, giustamente sono alla ricerca di un lavoro migliore ed è quello che vogliamo anche noi per loro”.
Le soluzioni secondo Tridico non è che siano così difficili da trovare e portare avanti: “Perché sei il lavoro è di qualità ed è ben retribuito, a quel punto anche la pensione è migliore. Nel modello contributivo che noi oggi abbiamo abbracciato con due grandi riforme, la Dini e la Fornero, questi due aspetti sono indissolubilmente legati». A gennaio c’è stato il record di occupati, i numeri dicono che siamo al 60,8% di tasso di occupazione, record storico. Vero. Nel 2019 però la popolazione attiva in Italia era di 38,2 milioni mentre oggi è di 37,4 milioni, cioè abbiamo 800.000 attivi in meno in 4 anni. Anche questi sono numeri dati a cui fare attenzione e dai quali è necessario ripartire.