Scomparso nel settembre del 1998, il celebre cantautore oggi avrebbe compiuto 80 anni. Ha lasciato in eredità capolavori musicali entrati di diritto nella leggenda musicale italiana
Era il 5 marzo del 1943, esattamente 80 anni fa, quando a Poggio Bustone nasceva Lucio Battisti, l’uomo destinato a rivoluzionare la musica pop italiana. Un artista che negli anni settanta e ottanta ha scritto pagine iconiche della nostra musica che hanno accompagnato intere generazioni. Basti pensare che oggi, nell’era dello streaming, di Spotify e di youtube, alcune sue canzoni restano tra le più scaricate e tra le più visualizzate negli ascolti mensili, segno tangibile di canzoni senza età.
Lucio Battisti è considerato uno dei maggiori cantautori italiani, ha inciso in carriera 17 album in studio realizzando vendite per 25 milioni di dischi. Fu interprete e autore di musica, che compose anche per altri artisti di fama internazionale. Musicista autodidatta, fu apprezzato chitarrista ritmico e cantante dalla voce caratteristica, quest’ultima lo espose a diverse critiche, a volte anche impietose, ma contribuì a determinare il suo successo con la capacità di trasmettere emozioni che molti gli riconoscevano.
Un’impronta indelebile nella canzone italiana
Oggi avrebbe compiuto 80 anni Lucio Battisti e invece morì che ne aveva soli 55 e ancora tantissimo da dire nel panorama musicale italiano che, da sempre, si era divertito a precorrere. Lucio Battisti, infatti, ha rappresentato una svolta nella canzone italiana, portandola a un livello più alto, in mezzo alla gente, facendola diventare pop. Per tutti. Soprattutto nella prima fase della carriera, quella del sodalizio con Mogol, alcune canzoni hanno rappresentato la colonna sonora per un’intera generazione che si stava finalmente svegliando da un torpore culturale e artistico. Le canzoni di Lucio Battisti sono state la colonna sonora per raccontare l’Italia di quegli anni, riuscendo a cogliere in pieno tutte le “Emozioni” di una generazione. La gioia, la tristezza, l’amore, la libertà di vivere e viaggiare. Erano le canzoni perfette per le serate tra amici o i picnic in spiaggia, una chitarra e tanta voglia di stare insieme. Ecco perché sono riuscite ad attraversare gusti, tendenze e mode per arrivare fino a noi, tanto da risultare immortali. Canzoni semplici, ma modernissime, facili da ascoltare e da canticchiare, ma che rapivano la mente e il cuore. Come spiegare altrimenti che a distanza di 50 anni, oggi, quasi 142 milioni sono i click sui contenuti del canale ufficiale su YouTube, poco più di 1,2 milioni gli ascolti mensili su Spotify, e la canzone più ascoltata risulta essere “Il mio canto libero”, che supera i 21 milioni di stream, seguita da “La canzone del sole” con 17 milioni e “Con il nastro rosa” arrivata a quota 14 milioni.
Personaggio mai banale che rifiutava la notorietà
Lucio Battisti è stato un personaggio mai banale. Ha cavalcato il successo nei primi decenni di carriera, per poi eclissarsi in una solitudine lontana, lasciando parlare solo le sue canzoni, diventate poi, nella seconda fase della carriera, più intime, il cosiddetto periodo ermetico, enigmatico, volutamente senza legami con il passato. Canzoni che rappresentavano un uomo sempre più a disagio con la notorietà, convinto che chi fa musica debba essere giudicato esclusivamente per quello che scrive e canta. Il sodalizio con Marco Panella, dopo l’addio con Mogol, ha segnato la seconda parte della carriera, quella degli album bianchi, dalle copertine tutte uguali. Canzoni forse più difficili da comprendere al momento, ma che hanno schiuso il suo mondo nascosto, l’altra faccia della luna. Nel corso della sua carriera ha inciso 19 album, “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Emozioni” ”Mi ritorni in mente”, ”La collina dei ciliegi”, “Pensieri e parole”. Sono solo alcune delle canzoni che sono oramai patrimonio comune. Il pubblico infatti non solo ancora oggi le canta come fossero scritte ieri, ma le sente proprie e si commuove, perché quelle note raccontano un pezzo della vita di ognuno di noi.