Leni Riefenstahl non ha dubbi nell’ammettere che ad Hitler piacesse solo la boxe: lei per tanti anni è stata la sua fotografa di fiducia.
E’ arrivata a quota 101 anni l’ex ballerina e attrice Leni Riefenstahl che cosi come riporta il Corriere.it nella sua lunga vita era stata anche la fotografa e regista di fiducia di Adolf Hitler, ad intervistarla tra gli ultimi proprio il professore Franco Giureconsulti.
“Quell’incontro mi lasciò una sensazione che ancora oggi è molto viva: era l’idea di un personaggio sbucato dalla storia” queste le parole rilasciate proprio per il Corriere.it parlando di Bertha Helene Amalia che era da tutti chiamata Leni Riefenstahl e ancora: “Si sentiva donna moderna («Ma non femminista» volle precisare), senza nostalgia per quelle radici che affondavano in un mondo tanto differente”.
Una lunga intervista è stata quella che lui stesso era riuscito a realizzare all’interno dello hotel milanese in cui era riuscito a combinare l’importante incontro che aveva visto analizzare dai due diversi argomenti e tra questi anche i suoi anni al fianco di Adolf Hitler.
Leni Riefenstahl: “Hitler mi ha cambiato la vita ma in peggio”
“Se non avessi incontrato lui sarei stata diversa, molto diversa. Hitler mi ha cambiato la vita, ma in peggio. Diciamo che mi ha rovinato. Non è stata una fortuna incontrarlo e per 48 anni, prima che tornassi alla ribalta con Impressionen unter Wasser, documentario sulle mie quasi 2 mila immersioni subacquee, sono stata boicottata: nessuno ha voluto vedere la mia vita disgiunta da quella parentesi” queste erano state le parole che la stessa Leni aveva detto appunto in una delle sue ultime interviste parlando del rapporto professionale che per anni l’aveva legata al Fuhrer.
Delle parole davvero incredibile che in un certo senso hanno svelato quel particolare di profonda amarezza che le aveva lasciato quel periodo storico, dello stesso Adolf Hitler racconto sempre al giornalista nel loro ultimo incontro di come amasse la boxe, ma anche di come utilizzasse lo sport per attirare a se le masse.
“Hanno detto che ero vicina a tutti i gerarchi, ma la verità è che la frequentazione è stata occasionale: è come se non li avessi mai conosciuti. Quando Hitler nel 1937 cominciò a prendersela con quella che definiva “arte degenerata”, ebbi il timore che potesse trasferire certe idee alla politica. Purtroppo andò così, ma mi sono sempre rifiutata di imitare le persone e ne ho incontrate tante, ve l’assicuro che hanno negato di aver ammirato il Führer” aveva infine concluso.