8 marzo, festa della donna. La neo segretaria Pd Elly Schlein si ferma davanti Montecitorio coi cronisti e dice alla premier Meloni “C’è differenza tra leaderschip femminile e leaderschip femminista”… poi il siparietto col deputato di Fdi Donzelli
Di corsa, quasi sempre si corsa va la neo segretaria Pd Elly Schlein. Stiamo imparando a conoscerla così. Montecitorio, metà mattinata del giorno in cui si celebra la festa della donna. Elly Schlein, jeans, scarpe da tennis bianche, occhiali da sole nonostante su Roma il cielo sia grigio tendente alla pioggia, giubbino impermeabile color blu, cammina a spasso spedito direzione Camera dei deputati.
I cronisti intercettano il suo passaggio, fiutano il colpo e non si lasciano sfuggire l’occasione. “Buongiorno segretaria, oggi è l’8 marzo”. Qualcuno vorrebbe parlare anche di altro, intanto una voce femminile non inquadrata le grida “brava”. Elly Schlein si volta, non si ferma, accenna un sorriso, ringrazia e prosegue.
Poi la neo segretaria Pd, decide che è il caso di fermarsi. La domanda del giornalista che l’aggancia dopo tutto ci sta, e allora arresta la camminata e si concede a microfoni e telecamere. “L’8 marzo è sempre una giornata speciale, giornata di lotta però non solo di festa…“ E mentre cerca di proseguire nella risposta, ecco che di colpo spunta alle spalle della Schlein il deputato di Fratelli d’Italia Donzelli, finito nel mirino delle opposizioni insieme al sottosegretario Dalmastro per il caso Alfredo Cospito. “Mi dicono di farti gli auguri per l’8 marzo e per il compito della segreteria del Pd”, dice Donzelli ridendo. Elly Schlein si volta e scatta la stretta di mano tra i due. Quella che si direbbe una notizia in gergo giornalistico. Poi la neo segretaria Pd, che non ha mai perso la sua concentrazione, torna a parlare a favore di camera e prosegue nella sua risposta sulla festa della donna. Poi arriverà l’assist…
“Purtroppo le discriminazioni che le donne vivono in questo pase sono ancora discriminazioni profonde in ogni ambito di vita, dall’accesso al lavoro all’accesso ai servizi...” Eccolo arriva il momento della domanda che regala alla Schelin la possibilità di un affondo politico e ai cronisti il titolo del pezzo. “Non ci hanno visto arrivare , lo ha detto anche Giorgia Meloni “. La Schlein osserva qualche istante di silenzio, raccoglie le idee poi parte in quarta “È il titolo di un libro importante di Lisa Levenstein…È una prospettiva che mi pare però Giorgia Meloni non abbracci nel modo in cui fa politica. Spesso le dico, che c’è differenza tra una leaderschip femminile e una femminista“. Spiega poi meglio il suo pensiero Elly Schlein “Perchè avere una prima presidente del consiglio donna è utile se ci si batte tutti i giorni per migliorare le condizioni di vita di tutte le altre donne, e questo sforzo non lo stiamo vedendo”.
A questo punto la neo segretaria Pd, ricorda alla stampa i capi saldi delle sue battaglie come nuova guida dem “Ogni giorno proponiamo delle cose ad esempio… il congedo paritario sarebbe una misura fondamentale, perchè ridistribuisce il carico di cura che grava sulle spalle delle donne ed è anche una misura che può aiuatare l’occupazione femminile. Un pensiero va a tutte le donne che subiscono o hanno subito violenza di genere, che è una violenza che va contrastata con strumenti normativi e punitivi, ma anche culturali. Per questo noi insistiamo col contrasto alla precarietà che colpisce molto le donne in questo Paese. Limitiamo i contratti a termine, fissiamo un tetto salariale sotto il quale non si possa scendere, lavoriamo per migliorare la qualità, dell’occupazione di tutte e tutti. L’emancipazione economica serve da contrasto alla violenza di genere, è una battaglia culturale che dobbiamo iniziare nelle scuole”.