Anche in Afghanistan è 8 Marzo, il giorno dedicato alla Festa della Donna, ma le regole della loro politica sembra non permetterlo.
L’8 Marzo è in tutto il mondo la Festa della Donna, eppure sembra proprio che in alcune parti del mondo, questo sia un lusso impossibile da concedersi, è il caso dell’Afghanistan, che cosi come riporta il sito Ansa per via della sua politica, continua a denigrare la figura femminile.
La politica dei talebani è infatti quella di ridurre al minimo i diritto delle donne fino ad arrivare al punto di cancellarle dalla vita pubblica, si tratta del fenomeno dell’apartheid che tradotto significa essere una vera persecuzione di genere. Ad avere sottolineato questo particolare davvero terribile, è stato il relatore speciale delle Nazioni Unite Richard Bennet che ha appunto parlato della situazione dei diritti umani soffermandosi in particolare sulle donne e sul trattamento che ricevono in Afghanistan.
“Dopo il divieto di visitare parchi, palestre e bagni pubblici, sono stati emessi ulteriori editti per impedire alle donne di frequentare l’università e per vietare loro di lavorare nelle ONG. Le autorità dovrebbero smettere di affermare grottescamente che ‘i diritti delle donne sono in atto e rispettare i loro obblighi ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani” sono queste le parole di Richard Bennet, relatore speciale delle Nazioni Unite.
Un punto importante che sempre di più nuoce sulle donne che vivono proprio in quei luoghi e che giorno dopo giorno si vedono private delle loro libertà anche nel potere fare le minime cose, una libertà che piano piano porterà a cancellarle definitivamente dalla vita pubblica.
“L’effetto cumulativo delle restrizioni su donne e ragazze ha un impatto devastante a lungo termine sull’intera popolazione e equivale a ‘apartheid di genere. Nell’Afghanistan di oggi, c’è poca tolleranza per la differenza e nessuna per il dissenso, con il risultato che un regime tutto maschile applica la versione talebana della legge della Sharia” ha concluso infine soffermandosi sempre di più in particolare sulla libertà di espressione e di riunione. Non è infatti una novità che moltissime donne si trovino a subire arresti, detenzioni e maltrattamenti, senza contare le punizioni corporali anche solo per avere fatto i gesti più semplici che però per loro continuano a non essere permessi.
Cosi come riporta il sito Ansa, le parole di Bennet sono davvero importanti e volte a “Garantire che venga inviato un messaggio forte alle autorità de facto che il trattamento abietto delle donne e delle ragazze è intollerabile e ingiustificabile per qualsiasi motivo, compresa la religione”.