Pare proprio che nel tennis ad aumentare siano gli arbitri donna, eppure il dominio resta quello degli uomini.
Per quanto riguarda il tennis, pare proprio che la questione sia molto diversa dal calcio, infatti questo sport pare, almeno dal questo punto di vista essere decisamente un passo avanti e forse sarà anche per questo che gli arbitri donna sono davvero moltissimi.
Tra le tante giudici che in queste anni si sono prese la scena in tanti match, anche: Aurelie Tourte, che gli appassionati ricorderanno per avere cacciato dal campo e dagli Open Usa 2020 Novak Djokovic, quando il campione serbo in preda all’ira tirò una pallata che centrò la trachea di una giudice di linea, togliendole il respiro. E poi anch Sandra de Jenker, nel 2005 è stata la prima donna ad arbitrare una finale di Coppa Davis.
Insomma davvero qualcosa di importante che in un certo senso, almeno per quanto riguarda lo sport sembra equiparare i due sessi, o almeno questo è quello che sembra a primo impatto. Le cose infatti non stanno esattamente in questo modo.
Tennis, le giudici donne aumentano ma non raggiungono gli uomini
E’ vero le giudici donne nel tennis, specialmente negli ultimi anni, sono aumentate a vista d’occhio, eppure il gap non è ancora stato colmato visto che la differenza di presenza è ancora molto evidente e le donne restano comunque di meno rispetto agli uomini.
Secondo quanto riporta la Federazione Italiana del tennis, infatti le donne giudice al momento sono tredici e gli uomini ventuno e quindi la parità è ancora lontana, anche se è giusto sottolineare che a quelle citate prima, tra le arbitre donne di un certo livello troviamo anche: Cecilia Alberti, di Parma, salita anche sul seggiolone di Wimbledon.
“Credo sia assolutamente sbagliato partire dal presupposto “Sarà all’altezza della situazione?” solo perché donna. Solitamente non ci sono abbastanza giudici di sedia donne, perciò penso che sia una buona idea cercare di introdurre sempre più persone di sesso femminile a questa carriera” sono queste le parole dell’ arbitra Marjana Veljovic che ha appunto sottolineato un dubbio lecito che potrebbe davvero venite a tutti e che purtroppo ancora oggi è molto presente in tantissimi campi lavorativi e non solo quelli sportivi.
La speranza, però, è sempre l’ultima a morire e visto che nel 2022 si è vista la prima arbitra presente per una partita dei Mondiali del Qatar, si spera che prima o poi sempre di più questo fenomeno possa diventare la normalità.