Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è intervenuto con un videomessaggio in occasione dell’attività ospedaliera “Ospedali&Salute”
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella giornata di ieri è intervenuto con un videomessaggio. A Roma c’è stata la presentazione del Rapporto sull’attività ospedaliera in Italia “Ospedali&Salute“, presso la Sala Capitolare di Palazzo della Minerva del Senato. Lo stesso che è stato promosso dall’Associazione Italiana ospedalità privata. In merito al suo intervenuto ci ha tenuto a precisare alcune cose. In particolar modo alla rinuncia alle cure. Su questo è stato fin troppo chiaro ed ha fatto sapere che nessuno più deve rinunciare a questa possibilità.
Queste sono alcune delle sue parole: “La rinuncia alle cure non può e non deve più rappresentare per nessuno l’unica possibilità in una nazione come l’Italia che si distingue per un servizio sanitario fondato sui principi di universalità, uguaglianza ed equità. Ed è per questo che dobbiamo implementare e allargare l’offerta, anche creando un sistema virtuoso tra pubblico e privato che possa garantire una presa in carico globale e appropriata delle esigenze di prevenzione, cura ed assistenza di tutti i cittadini“.
Il ministro ha continuato dicendo: “Penso in particolare agli screening oncologici, ai ricoveri”. Una volta aver fatto riferimento ai dati che sono emersi dal rapporto (sarebbero circa 900 mila le ospedalizzazioni perse sia nel 2020 che nel 2021), Schillaci ha continuato dicendo: “Anche le prestazioni specialistiche ambulatoriali sono lontane dai valori pre-Covid”.
In merito al suo intervento ha concluso affermando: “La doppia anima del nostro sistema ospedaliero pubblico-privato , può rappresentare la chiave di volta per risolvere alcune criticità esistenti e superare le inaccettabili disuguaglianze che tuttora persistono a livello territoriale. A tal proposito una novità rilevante è rappresentata dall’approvazione dell’emendamento al decreto Milleproroghe che estende al 2023 gli strumenti a disposizione delle Regioni per il recupero delle liste d’attesa“.