Massimo Galli, ex primario di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in esclusiva ai nostri microfoni: “Certamente quello che è successo non è poca cosa”.
A distanza di tre anni dal primo lockdown il Covid è ritornato a fare rumore. Questa volta, però, non si tratta dell’alto numero di contagi nel nostro Paese o di possibili misure restrittive, ma dell’inchiesta riguardante Bergamo e dei messaggi tra l’ex ministro Speranza e Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sulle decisioni che dovevano essere prese in Italia durante la prima ondata.
Si tratta di due vicende che stanno facendo molto discutere in Italia e che la nostra redazione ha commentato con Massimo Galli, ex primario di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano oltre che uno degli infettivologi in prima fila durante la pandemia.
Galli: “Speranza-Brusaferro? Non credo molto alle cose che vengono montate che vengono montate sulle intercettazioni”
Professor Galli, la Procura di Bergamo ha deciso di iscrivere sul registro degli indagati diverse persone. Qual è il suo pensiero?
“Certamente quello che è successo non è poca cosa. Io credo che la magistratura dovrebbe muoversi sulla base di chiare notizie di reato. La mia impressione è che in questo momento si stiano seguendo più criteri di carattere emotivo e politico che giudiziario“.
Cosa pensa invece delle ultime intercettazioni riguardanti l’ex ministro Speranza e il presidente Brusaferro?
“Io, anche per esperienza personale, preferisco non dare credito a delle cose che vengono montate sulle intercettazioni. E per questo motivo non mi esprimo“.
Galli: “Sul Covid non bisogna abbassare l’attenzione”
Qual è ad oggi la situazione Covid in Italia?
“Sicuramente abbiamo una situazione migliore rispetto a quella di qualche mese fa anche se bisogna continuare a fare i conti con un discreto numero di morti. Questo significa che abbiamo un pezzetto di popolazione che è ancora a rischio. Il problema è che in Italia si vuole voltare pagina senza aver messo definitivamente in sicurezza il Paese. Da noi ci sono 50 milioni di italiani con almeno due dosi di vaccino e 30 milioni che hanno contratto la malattia. Questo significa che per ora riusciamo a gestire il Covid dal punto di vista della gravità, ma non possiamo escludere che in futuro qualche variante possa creare fastidi. E per questo motivo l’attenzione deve continuare ad essere molto alta“.