Il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, ha voluto fare chiarezza in merito ad un argomento molto importante. Tanto da fare alcune precisazioni che non sono affatto passate inosservate
Nel corso di un incontro all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) è intervenuto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Quest’ultimo ha voluto fare chiarezza in merito ad un argomento molto importante che, in questi giorni, si sta diffondendo sempre di più. Ovvero quello che riguarda la rimodulazione delle aliquote. In merito a questo, ed anche a molto altro ancora, ha voluto fare un bel po’ di precisazione. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Noi ci aspettiamo innanzitutto una riforma organica, perché se si parla solo di rimodulazione di alcune aliquote non è questa la strada“.
Non solo, il numero uno della principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiane ha continuato dicendo: “Aspettiamo di vedere i testi, noi però ci aspettiamo un capovolgimento di quello che è il paradigma, cioè un fisco di impresa per la crescita perché siccome ho letto si pensa di utilizzare il fisco su strumenti come nuove assunzioni così, si sta sbagliando strada. Per le assunzioni ci sono i contributi, il fisco di impresa deve servire come leva di competitività e quindi favorire investimenti e capitalizzazione, cioè crescita“.
Confindustria, Bonomi: “Ok ai richiami prudenza su tassi Bce“
Poi si è soffermato anche ai richiami alla prudenza per quanto riguarda il rialzo dei tassi da parte della Bce. In questo caso ha voluto condividere tutto questo. Anche perché si tratta di appelli che lo stesso Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, ha lanciato in più di una occasione. Queste sono altre delle sue dichiarazioni che ora vi riportiamo: “Condivido il monito del governatore Visco. L’ho sempre detto: un aumento dei tassi fino al 3% era condivisibile.
In questo caso, andare oltre, secondo me ci si mette a rischio. Perché l’idea di contenere una inflazione, e l’inflazione europea è diversa da quella americana, solo tramite l’intervento sui tassi rischia di far passare dal contrasto all’inflazione alla recessione. E quindi, secondo me, si deve fare qualche riflessione maggiore“.