A causa di unâordinanza del sindaco Gualtieri, dal primo Marzo 2023 sono stati vietati a Roma tutti i veicoli storici, scatenando lâira delle associazioni storiche.
Nellâambito della salvaguardia dellâambiente e di una consapevole conversione ecologica delle nostre cittĂ , a volte, sarebbe utile chiedersi quali siano i costi-benefici di determinati provvedimenti, i quali, se mal concepiti, potrebbero risultare perfino ottusi. Parrebbe essere il caso della recentissima ordinanza firmata dal sindaco della capitale Roberto Gualtieri, che ha escluso, senza eccezioni, tutti i veicoli storici dalla nuova fascia verde, scatenando lâira di Aci, Asi, FMI e dei registri storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia.
Lâindignazione nei confronti del controverso decreto, ha raggiunto livelli tali da spingere le varie associazioni a presentare un ricorso al Tar e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nonostante la rabbia, i dirigenti delle associazioni storiche sono comunque ottimisti, soprattutto in virtĂš dei casi preesistenti di Piemonte e Lombardia, in cui a manovre di tale superficialitĂ sono seguite delle deroghe.
Eâ evidente che la mossa politica di Gualtieri, se inquadrata in un contesto di semplice diminuzione dellâinquinamento romano, possa apparire perfino nobile, tuttavia occorre dare unâocchiata ai numeri che si nascondono dietro alla situazione della mobilitĂ a Roma, per comprenderne i danni sul piano socioculturale. Secondo i dati forniti dalla Motorizzazione Civile, nella capitale sono presenti ben 4 milioni di veicoli dâuso quotidiano (dato di per se inquietante) e, di questi, i veicoli storici rappresentano un misero 0,25% (9,945 mezzi). Come se non bastasse, emerge da molteplici censimenti e dai dati delle compagnie assicurative, che questi rari cimeli storici sono in assoluto i meno utilizzati, con lo 0,014% dei chilometri percorsi rispetto al totale dei veicoli ad uso quotidiano. La disamina di questi dati, lascia alquanto perplessi rispetto alla manovra politica di Gualtieri, che adesso sarĂ costretto a subire la collera, francamente giustificata, di un settore prezioso del nostro paese. Eâ probabile che il sindaco romano abbia tentato di appoggiare goffamente gli innumerevoli movimenti ambientalisti emersi negli ultimi anni, ma, nel farlo, abbia indirizzato le proprie forze su un falso problema, attirando a se, non soltanto schiere inferocite di appassionati, ma anche svariati giornalisti e politici che ne stanno criticando aspramente lâoperato.
Eâ questo il caso di Daniele Giannini â consigliere della Lega per la regione Lazio â che ha dichiarato: âIl sindaco di Roma Gualtieri, con la sua ordinanza numero 27, ha di fatto fermato âal paloâ le migliaia di auto storiche della Capitale che, equiparate erroneamente a delle vecchie auto qualsiasi, non possono piĂš circolare nella fascia verde giĂ dal 28 febbraio scorso. Una decisione insensata, che non prevede deroghe, nemmeno per i giorni festivi o per lâorario serale, come avviene invece in altre regioni e cittĂ , per quelle vetture che hanno fatto la storia del nostro Paese, che sono simbolo di italianitĂ nel mondo e che sono polo attrattivo per turisti e curiosi, con un importante indotto economico e commerciale alle spalle. Ci uniamo pertanto al grido di battaglia dellâAsi, degli enti certificatori e degli appassionati di motorismo, per chiedere subito unâeccezione alla circolazione di questi veicoli. Il turbo-ambientalismo âgretinoâ, basato solo su preconcetti, tipico di certi esponenti e amministratori della sinistra, si sta tramutando, ancora una volta, in un danno per la nostra storia, per i romani e per la nostra cittĂ â. Eâ evidente che le parole di Giannini non siano state affatto addolcite dalla risaputa antipatia per il sindaco Gualtieri e per il Partito Democratico, tuttavia è facile osservare come la quasi totalitĂ degli organi di stampa stia riportando la notizia adoperando un approccio a dir poco critico.Â