I ricercatori della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ribaltando detti e tradizioni, hanno dimostrato che più si guadagna e più si è felici, sempre mantenendo inalterati alcuni valori fondamentali
Nell’era del consumismo più sfrenato che stiamo vivendo, ci siamo purtroppo resi conto sulla nostra pelle che servono sempre più soldi per poter vivere bene, ma non per potersi permettere spese superflue come una nuova macchina, l’ultimo modello di smartphone, cose che peraltro più o meno tutti non rinunciamo ad avere, ma anche per avere servizi essenziali nella nostra quotidianità.
Due ricercatori, uno britannico e uno americano, per dieci anni hanno studiato come all’aumentare dello stipendio di una persona aumentasse anche la sua possibilità di vivere una vita più felice e appagante. I risultati di questo progetto sono stati appena pubblicati sulla nota rivista scientifica statunitense, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences.
“I soldi non danno la felicità”. Era questo l’adagio popolare che ha accompagnato da sempre la nostra infanzia, con nonni e genitori impegnati a insegnare a dare la giusta importanza al denaro davanti al rispetto e all’osservanza di ben altri valori fondamentali della vita. Ma forse oggi, soprattutto nell’epoca che stiamo vivendo, questo detto popolare potrebbe andare in soffitta ed essere sostituito da un altro, forse più diretto: “I soldi non solo regalano felicità, ma aiutano anche a vivere meglio!” E’ la conclusione alla quale sono giunti due ricercatori che da oltre dieci anni hanno studiato l’impatto del denaro nelle vite degli uomini, ovviamente non soltanto per quanto riguarda le eventuali spese superflue, ma soprattutto per le necessità quotidiane che dobbiamo soddisfare. Già nel 2010, l’economista britannico Daniel Kahneman aveva pubblicato un’analisi che confermava che il grado di felicità sarebbe direttamente proporzionale allo stipendio, ma soltanto fino a 75mila euro. Arrivati a quella cifra, infatti, la crescita della felicità si arresterebbe. A dieci anni da quello studio, Matthew Killingsworth, ricercatore presso la Wharton School della University of Pennsylvania negli Usa, aveva affermato che la felicità collegata al reddito non ha limiti. Oggi i due ricercatori hanno unito gli sforzi e il risultato del loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences.
In questo nuovo studio viene dimostrato che, in media, redditi più elevati sono associati a livelli di felicità sempre crescenti. All’interno della tendenza generale, una coorte infelice in ogni gruppo di reddito mostra un forte aumento della felicità fino a 100.000 dollari all’anno e poi si stabilizza. Per realizzare lo studio sono stati intervistati 33.000 lavoratori americani. Mentre i partecipanti svolgevano le loro attività quotidiane, è stata posta loro una domanda in momenti casuali della giornata tramite l’app per smartphone in modo da raccogliere in quel preciso momento il loro stato d’animo. I ricercatori hanno raccolto oltre 1,7 milioni di singoli dati e sono giunti alla conclusione che le persone che guadagnano di più sono in media più felici di quelle che hanno uno stipendio inferiore. Kahneman e Killingsworth hanno però voluto chiarire che il denaro non è tutto, ma soltanto “uno dei tanti fattori determinanti della felicità. Non è il segreto per la felicità, ma può probabilmente aiutare un po'”. Ad esempio, una differenza di reddito di quattro volte più alta incide sull’umore il doppio rispetto al fatto di essere sposati, ma paragonabile a quello di un fine settimana di riposo.