Il numero uno dell’Inps, Pasquale Tridico, ha voluto fare un po’ di chiarezza in merito ad alcuni argomenti. Su tutti quello che riguarda lo Spid e non solo
Per Pasquale Tridico non ci sono assolutamente dubbi per quanto riguarda lo Spid. Quest’ultimo, per il presidente dell’Inps, non potrà mai essere superato. Non si tratta affatto della prima volta che ritorna a parlare di questo argomento, ma ci ha tenuto a fare ugualmente chiarezza. Queste sono alcune delle sue parole: “Oggi abbiamo oltre 32 milioni di utenti, i nostri servizi prevalentemente sono accessibili attraverso lo Spid. Abbiamo recentemente aperto un grande portale che consente attraverso lo Spid ogni giorno di far accedere 2,5 milioni di persone. La maggior parte delle persone, da casa, preferisce avere la prestazione con un clic“.
Il futuro? Per Tridico sarà sempre la digitalizzazione. Come confermato anche in più di una occasione. Un Paese che tende sempre più a modernizzarsi come non mai. Non si è parlato solamente di Spid, ma anche della questione riguardante il ‘Reddito di Cittadinanza’. L’obiettivo, sempre per il numero uno dell’Inps, è quello di continuare a seguire le indicazioni che vengono date direttamente dalla Commissione europea. Non solo: anche quello di prevedere un reddito minimo per tutti. Queste sono le ultime indiscrezioni sulla Misura di inclusione attiva (Mia) che, a partire dal mese di settembre, dovrebbe sostituire il provvedimento nel 2018 dal governo Conte I.
Sempre sul Rdc ha fatto sapere: “Non abbiamo ancora calcolato quante persone perderanno il reddito di cittadinanza con l’introduzione della nuova misura. Il ministero ha in mano il dossier e immagino darà presto questa stima“. Non è finita qui visto che sono stati effettuati alcuni calcoli: a quanto pare sarebbe a rischio circa il 25% dell’attuale platea di beneficiari. Anche se resta da capire quali saranno le modifiche che il governo Meloni vorrà fare.
Per Tridico l’unica soluzione sarebbe quella di seguire il modello che arriva da Bruxelles: ovvero modificare la misura. “Penso che si dovrebbero seguire un po’ le indicazioni della Commissione europea. Ovvero un reddito minimo per tutti“. Non solo: anche quello di avere un reddito, soprattutto per quelli che sono al di sotto di una certa soglia. “Questo è quello che prevede la Commissione europea e penso che sia giusto. Aspettiamo la bozza definitiva“.