I servizi segreti lanciano numeri impressionanti. Si rischia un aumento sette volte più alto rispetto a quanto è accaduto nel 2022
Le immagini della strage di Cutro sono ancora davanti ai nostri occhi. E’ di ieri la notizia del ritrovamento del cadavere di un’altra bambina morta in mare dopo il disastro avvenuto al largo delle coste italiane. Ma ciò che è successo nelle scorse settimane rischia di essere un semplice antipasto di ciò che potremmo verificare nei prossimi mesi. Dopo l’allarme lanciato dal ministro delle politiche del Mare Nello Musumeci (“Non sapete quello che accadrà tra qualche mese, non avete idea… E in questa terra di Sicilia sappiamo tutti quello che abbiamo dovuto fare con lo sbarco illegale dei migranti. O l’Europa si rende conto che siamo arrivati al punto zero o saremo costretti a piangere ancora altri morti”, adesso arriva anche l’analisi dei servizi segreti.
I segnali degli ultimi giorni sono preoccupanti: oltre 998 migranti sono sbarcati nelle ultime 24 ore a Lampedusa. Numeri che non si registravano da tempo. Dopo la strage di Cutro, ben 1300 persone sono state salvate nel Mar Ionio. Una nuova catastrofe evitata, grazie al pronto intervento della Guardia Costiera. Ma il problema più serio è rappresentato da ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi. I numeri che stiamo infatti leggendo, rappresentano (purtroppo) solo un piccolo antipasto di ciò che vedremo. Nei rapporti settimanali sull’immigrazione che vengono spediti al governo italiano, gli analisti hanno lanciato un allarme: secondo gli apparati che si occupano della sicurezza infatti, nello stato libico ci sono oltre 685 mila migranti irregolari (per lo più provenienti da campi di detenzione), che sarebbero pronti a partire e sbarcare sulle coste del nostro Paese.
Una cifra che sarebbe stata confermata dai tavoli interministeriali che sono chiamati a occuparsi di questo tema. Numeri che spaventano il governo: basti pensare che in tutto lo scorso anno, gli arrivi nel nostro Paese sono stati solo 104 mila. Se venissero confermate le previsioni, in Italia si registrerebbero sbarchi sette volte più numerosi rispetto al 2022. La stragrande maggioranza di queste persone arriverebbe con mezzi improvvisati e mettendo il proprio destino in mano a scafisti senza scrupoli. Negli ultimi incontri bilaterali il governo italiano ha cercato di trovare un’intesa con quello libico.
Nell’ultimo viaggio a Tripoli di fine gennaio, il Premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, hanno incontrato i responsabili libici, tra cui il ministro dell’Interno Imad Mustafa Trabelsi. Ma sembra difficile che, davanti a numeri così allarmanti, il semplice controllo del territo rio possa produrre risultati efficaci. Da qui l’idea di rafforzare i corridoi umanitari e i programmi di trasferimento.