Indignato dalla mancata candidatura di The Batman come miglior fotografia agli Oscar, Roger Deakins si è espresso a favore dei cinecomic.
Prosegue incessante la battaglia culturale che vede al centro del dibattito i cinecomic e stavolta è il leggendario direttore della fotografia Roger Deakins a prendere le difese del genere. In particolare, il DOP (director of photography) britannico, ha voluto mettere l’accento sulla sontuosa fotografia di The Batman, a cui, secondo Deakins, non è stata resa giustizia.
Basti pensare che il lavoro di Greig Fraser – DOP di The Batman – non è stato neanche candidato nella categoria miglior fotografia agli Oscar 2023 (in onda stanotte).
The Batman sottovalutato dall’Academy?
Deakins non ha soltanto manifestato una certa indignazione per l’assenza di una candidatura a miglior fotografia, ma si è spinto oltre, definendo quella di The Batman come la miglior fotografia dell’anno: “La miglior fotografia non è stata candidata. Sto parlando di The Batman. A mio modo di vedere quella è stata la migliore. La ragione è molto semplice: snobismo. C’è questa tendenza generale a non considerare l’universo Marvel o altri universi molto popolari. Si tratta di lavoro. Un lavoro ben svolto lo è al di là del genere”. Una sentenza a dir poco accusatoria nei confronti dell’Academy Awards che, rivolta da un esponente di tale levatura, getta un’ennesima ombra sulla selezione dei film in gara.
Difatti, la cerimonia degli Oscar 2023, sta accumulando un numero di polemiche davvero impressionante, a partire dalla controversa vittoria annunciata di Everything Everywhere All at Once nella categoria di miglior film. In generale, comunque, la selezione dei film da candidare ha attirato svariati detrattori, che ne denunciano una certa incoerenza. Il fatto, ad esempio, che proprio Everything Everywhere All at Once sia stato il lungometraggio ad aver conquistato il maggior numero di candidature, ha lasciato alquanto perplessi milioni di appassionati. La denuncia di Deakins, dunque, alimenta un generale malcontento nei confronti di una cerimonia che sta repentinamente perdendo ogni sorta di capacità attrattiva nei confronti del pubblico medio, che oramai, nella gran parte dei casi, ne osserva annoiato gli sconsolanti risultati.
C’è anche da specificare che il discorso del celebre DOP è difficilmente conciliabile con le scorse edizioni degli Oscar, in cui un film come Black Panther (2018) – cinecomic nel senso stretto del termine – ha riscosso un discreto successo, conquistando ben tre statuette dorate e sette candidature totali. E’ altrettanto evidente che, in quel caso, la stessa natura del film della Marvel si sia sposata con l’introduzione di una massiccia fetta di afroamericani all’interno dell’Academy, che ne ha inevitabilmente influenzato il destino.