Una delle gare più belle e indimenticabili: al debutto con la Yamaha il pesarese mise in scena una splendida battaglia con la Honda del rivale romano che infiammò gli spettatori dal primo all’ultimo metro di gara
Valentino Rossi e Max Biaggi hanno dato vita a tanti bei duelli nella classe 500 e poi nella MotoGP. Ci sono state molte lotte avvincenti tra i due piloti italiani, capaci di emozionare milioni di tifosi, duelli a volte rusticani e senza esclusioni di colpi, che hanno acceso una rivalità infinita che, in quegli anni, ha letteralmente diviso gli appassionati di motociclismo e non solo come non si vedeva dai tempi di Coppi e Bartali.
Tredici titoli mondiali vinti in due, oltre 650 gare disputate e più di 150 vittorie. Questo lo score totale di Valentino Rossi e Max Biaggi, probabilmente i piloti italiani tra più forti della storia del nostro motociclismo, che hanno saputo generare un movimento di interesse spasmodico nei media e di tifo da stadio tra la gente, come non si era mai visto, grazie a una rivalità molto sentita.
Una grande rivalità
Il 18 aprile del 2004 sul circuito di Phakisa, a Welkom in Sud Africa, per il primo Gran Premio della stagione del motomondiale del 2004, è andato in scena uno dei duelli più belli della storia del motociclismo, una battaglia diventata leggendaria a colpi di sorpassi e controsorpassi, fino alla bandiera a scacchi, messo in scena tra due dei piloti italiani più forti della storia: Valentino Rossi e Max Biaggi. Una gara bella e indimenticabile per tutti gli appassionati vista anche l’importanza del momento con il pesarese che era appena passato, dopo aver vinto gli ultimi due titoli mondiali con la Honda, alla Yamaha, mentre il rivale romano restava ancora in sella a una Honda del team Pons. Quindi quella prima gara era come una resa dei conti tra due piloti fortissimi, dalla personalità spiccata che aveva già diviso l’Italia degli appassionati in due opposte fazioni di tifo. Quelli di Welkom sono 28 giri da cardiopalma, in cui il distacco tra Vale e Max non va mai oltre i 559 millesimi. Anzi, solo in quattro occasioni il gap tra i due italiani supera i 3 decimi di secondo: è un duello all’ultimo sangue, che non vale “solo” una gara. Ne va dell’onore, dell’orgoglio di due rivali diversi nella personalità e nel modo di fare, ma accomunati da sempre da un unico obiettivo: mettersi le ruote davanti.
Una corsa a due senza rivali
Una corsa a due senza rivali, con lo spagnolo Sete Gibernau, con la Honda HRC ufficiale, costretto a guardare a debita distanza i rivali battagliare senza essere mai della contesa e tutti gli altri staccati di oltre 10 secondi. Tanti sorpassi e un esito incerto fino alla fine, un distacco mai più alto di un paio di metri con volate sui rettilinei e “piega” sempre più impossibili nelle curve per mantenere le posizioni e non farsi sopravanzare dal rivale. Una gara per cuori forti che tiene incollati milioni di telespettatori davanti al televisore e che a una curva dalla fine non ha ancora un vincitore sicuro.
Sarà il Dottore a compiere l’impresa di riportare sul gradino più alto del podio la Yamaha a digiuno di vittorie dal lontano 1992. Un duello bellissimo sancito da un’immagine che ha fatto, almeno in quel momento, la storia dello sport italiano, con Valentino che, passato il traguardo, rallenta per farsi affiancare dal rivale e porgergli la mano, rendendogli l’onore di un qualcosa che già sapevano che sarebbe rimasto nella storia. Quel giorno Valentino Rossi e Max Biaggi hanno semplicemente fatto un altro sport rispetto a tutti gli altri.