Tante le tante novità sui pagamenti Irpef e Ires per le aziende, ma anche sanzioni più leggere per le imprese che danno una mano al Fisco
Una rivoluzione vera. Quasi a prova di bomba. Per come è presentata e per come verrà attuata, sembra quasi inverosimile. Il Fisco cambia per davvero e in tutti i sensi. A dare il via libera definitivo è stato il Consiglio dei Ministri che ha inserito il disegno di legge delega per la riforma fiscale. E’ questa la prima grande mossa del governo Meloni, ossia un atto vero e formale che va nella direzione di quanto è stato promesso in campagna elettorale. Si tratta di una riforma in 22 articoli, come è scritto nella bozza presentata e firmata da tutti i ministri. Una bozza che presto verrà ratificata e che è stata sostenuta, seguita e avvallata da tante imprese e sostenuta anche da Confindustria.
Tutto bene, tutto a posto, almeno per quel che riguarda le imprese, ma non tanto da parte dei sindacati che la contestano sin da quando sono partite le prime avvisaglie. Il premier Meloni domani sarà a Rimini al congresso della Cigl e chissà cosa gli verrà riservato. Un atto di grande trasparenza che forse tanti Premier avrebbero evitato il giorno dopo una riforma fiscale rivoluzionaria. Invece Meloni sarà davanti a Landini che da qualche giorno orami non fa che attaccare e pressare sul discorso relativo alla nuova riforma fiscale, e non solo.
Si tratta di una riforma ad ampio respiro che tocca tante situazioni e agevola al tempo stesso tantissime categorie. Per come è strutturata dall’Irpef, alla Flat tax per tutti in cinque anni, al taglio dell’Ires per le imprese che impiegano gli utili in investimenti e nuove assunzioni appare inattacabile. “Le nuove regole – sottolinea il ministero dell’Economia Giorgetti – vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale”.
Nella relazione illustrativa presentata al Consiglio dei Ministri per quanto riguarda la riforma fiscale nella bozza-delega si legge che, “costituisce parte integrante della ripresa economica e sociale che si intende avviare anche grazie alle risorse europee“. Per quanto riguarda l’Irpef ci sono due opzioni al vaglio, ma che verranno analizzate e sperimentate nel breve. La prima, si legge sempre nella bozza “prevede l’accorpamento delle aliquote centrali al 27%, mantenendo quella del 23% per i redditi fino a 15 mila euro”, andando fino a 50 mila euro, salendo al 43% per una fascia di reddito più alta. La seconda, invece, sempre leggendo all’interno della bozza-delega ci sarà un’estensione “della fascia al 23%, da 15 a 28 mila euro, per poi salire al 33% per i redditi fino a 50 mila euro e mantenere l’aliquota del 43% per quelli superiori”.