Sono dei dati abbastanza allarmanti quelli che riguardano la vendemmia romagnola: la colpa è dei rincari in aumento e del calo di produzione.
Anche in Romagna la vendemmia è stata anticipata e al momento cosi come si legge suk Corriere Romagnolo è a metà, il motivo riguarda principalmente la siccità, ad averlo spiegato è stato proprio Ruenza Santandrea che fa parte del Consorzio Vini di Romagna.
“Gli effetti della crescente siccità sono stati mitigati dalle piogge di agosto, certo le piogge di questi giorni non sono altrettanto benefiche e rischiano di danneggiare i chicchi arrivati a maturazione, ma tutto sommato la vendemmia da un punto di vista quantitativo e qualitativo sta procedendo bene. Le problematiche per chi produce sono molte, in campagna, dai trattamenti alla raccolta meccanica che sopperisce anche a una mancanza di manodopera sempre più difficile da trovare, al carburante per muovere i mezzi, all’energia utilizzata in cantina. L’impatto dei rincari sul settore è pesante”.
In effetti a pesare moltissimo sono stati anche i rincari, le associazioni di categoria come la Coldiretti sono state le prime ad avere lanciato l’allarme, confermando l’aumento dei costi di produzione di quasi il 35% per le tensioni su energia e materie prime, conseguenza anche della guerra in Ucraina: “Nella nostra provincia le rese produttive, nonostante la forte siccità, sono buone, così come la qualità delle uve. I problemi sono legati semmai ai costi di produzione che sono letteralmente esplosi, a partire da quelli energetici sostenuti per irrigare durante i mesi primaverili ed estivi” conferma Michele Tampieri, produttore vitivinicolo e dirigente della Coldiretti Ravenna.
E’ cambiato davvero tutto anche in questo settore e la preoccupazione visti i dati in questione non può fare altro che preoccupare, ad ogni modo come si legge sul Corriere Romagnolo, i dati di stima sulla vendemmia rispetto al 2021 segnano una leggera crescita del +3%. La cosa però di cui tenere conto è che nel 2021 in Emilia Romagna si era riuscito a produrre il -10,7% delle uve prodotte rispetto al 2020.
“L’andamento climatico delle ultime due settimane, fin qui, ha favorito un recupero ulteriore del dato e le piogge del dopo Ferragosto hanno inciso favorevolmente sugli ultimi raccolti. La maturazione delle uve quest’anno è stata sicuramente anticipata rispetto alla media degli ultimi anni; le uve prodotte risultano avere bassa acidità e buona gradazione alcolica e sono più sane sotto il profilo fitopatologico rispetto gli anni precedenti, per una minor diffusione dei patogeni fungini favorita dal clima asciutto che ha caratterizzato il periodo maggio – metà agosto” queste le parole dell’Ufficio agricoltura regionale.
Insomma, per essere ancora più chiari, il leggero aumento che si segnala in questo passato 2022 è da attribuire ad un ritorno alla quasi normalità dopo la grande scarsità del 2021 che è stata la conseguenza delle gelate primaverili.