Flavio Briatore torna a parlare delle concessioni balneari e confessa qualcosa di inaspettato sulle tasse pagate allo Stato.
Nn ha bisogno di presentazioni Flavio Briatore, che proprio di recente è tornato al centro dell’attenzione per un argomento di cui tanto si sente parlare e che ha a che fare con le concessioni balneari di cui anche il noto imprenditore beneficia da anni.
“È vero, sarebbe giusto che pagassi molto di più” confessa nella sua intervista per il Corriere della Sera, parlando in particolare dei canoni demaniali troppo bassi e ancora: “Ad oggi infatti la maggior parte degli stabilimenti balneari paga una quota annuale inferiore a mille euro, anche quando il giro di affari della spiaggia o la sua posizione geografica giustificherebbero un canone molto più alto”.
Una situazione che da un certo punto di vista potrebbe anche tornare utile a chi si trova dalla parte di chi paga ma che certamente causa dei rischi, una soluzione importante potrebbe però essere proprio quella che il noto imprenditore italiano ha spiegato.
E’ il primo ad ammettere che forse anche lui stesso paga fin troppo poco quando si parla di concessioni balneari, la schiettezza che da sempre lo contraddistingue gli ha permesso di essere onesto anche se quello che dice, sotto un certo punto di vista, va contro se stesso.
“Io partirei dal valore della zona, perché una cosa è Catanzaro Mare e un’altra Portofino. Poi farei un tot a ombrellone. Pochi mesi e la mappatura si fa” ha ammesso l’imprenditore parlando con il Fatto Quotidiano e dicendo la sua su una possibile soluzione al problema e ancora: “Il Twiga ha 150 dipendenti, è una struttura molto grande. I canoni demaniali per chi ha concessioni balneari in Italia sono troppo bassi“. Ricordiamo che parla del suo locale di grande successo.
Insomma delle parole davvero importanti le sue che portano alla luce un problema di cui forse si parla fin troppo poco e che non tutti conoscono alla perfezione o quantomeno nel modo giusto e poi aggiunge: “Troppo potere in mano ai balneari. Che oggi troppo spesso sfruttano le concessioni senza lavorarci e senza produrre niente”.
Chissà che cosa succederà dopo questa sua conferma, è possibile infatti che nei prossimi anni le cose, anche da questo punto di vista possano cambiare in modo radicale. Non resta che attendere di scoprirlo