Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia spiega in esclusiva a Notizie.com, i motivi della richiesta di istituire il 17 marzo come giorno di Unità Nazionale
Tomaso Foti, cosa ha spinto Fratelli d’Italia a chiedere che il 17 marzo diventi un giorno di Unità nazionale?
“Noi riteniamo che il 17 marzo non vada ricordato una volta ogni 150 anni. Dato che questa data rappresenta l’avvio dell’Unità Nazionale, il 17 marzo segna una pagina non solo significativa, ma storica per quanto riguarda la vicenda risorgimentale. Quindi pensiamo che rappresenti una data naturale per ricordare una Festa Nazionale. E che possa riguardare tutti quelli che si rispecchiano nelle parole unità d identità”.
Oggi, anche alla luce delle innumerevoli polemiche e divisioni politiche, che senso ha la richiesta di unità nazionale?
“Io direi di separare la vicenda politica e partitica dai sentimenti, dalla passione e dalle idee. La battaglia politica spesso si occupa delle minuzie e ancora più spesso di portare avanti più la propaganda che le idee. Una Nazione ha però la necessità di avere un momento di coesione. Serve soprattutto per avere autorevolezza in Europa e nel mondo”.
Sta chiedendo maggiore unità nazionale?
“Vi sono sentimenti, passione e idee che hanno una loro tipicità nazionale e meritano di essere esaltate, proprio perchè appartengono a tutti. Non si vede una ragione per cui non si debba dare una possibilità agli italiani di riconoscersi in un giorno, attorno alle idee che mossero i padri risorgimentali e che oggi muovono gran parte dello spirito del popolo italiano
Quando chiede una maggiore unità nazionale, si riferisce anche al ruolo che l’Italia ricopre in Europa? Ovvero, un Governo unito, che non mostri solo le divisioni, può avere più forza in Europa?
“L’auspicio è sempre stato, e sarà ancora, quello di poter realizzare una maggior coesione possibile. E sotto questo profilo non c’è dubbio che ogni momento di unità è sempre benvenuto. Purtroppo c’è chi pensa di poter realizzare le proprie battaglie politiche a spese dell’Italia. Mi sembra evidente. Si va alla ricerca delle ragioni che dividono, piuttosto che quelle più utili che uniscono”.
In Europa l’Italia riuscirà a farsi sentire per quello che concerne il fronte dei flussi migratori?
Quando sento certe prese di posizione mi viene quasi da sorridere. Sembra quasi che esista qualcuno con una ricetta magica per risolvere il problema dell’immigrazione. Ci sono stati flussi migratori continui, dagli anni ottanta e negli ultimi dieci anni nel Mediterraneo ci sono stati oltre 25.000 morti. Forse, pensando a quei dati, si potrebbe mettere da parte qualche vecchia idea retorica e cercare qualche proposta concreta. Per il bene di tutti”