Il segretario generale della Cgil ha chiuso il XIX Congresso della Cgil a Rimini: no al fisco e all’autonomia differenziata, sì al salario minimo. “Pronti alla battaglia per cambiare il Paese: non abbiamo paura”
Maurizio Landini ha chiuso il XIX Congresso a Rimini, che lo riconferma segretario generale della Cgil per altri quattro anni. Lo ha fatto il giorno dopo lo storico evento: dopo 27 anni un premier nella fossa dei leoni. Se poi il premier si chiama Giorgia Meloni, la giornata diventa ancora più una data da inserire nei libri di scuola.
No all’autonomia differenziata, no alla legge delega sul fisco varata due giorni fa dal Governo, sì a salario minimo e contrattazione nazionale. E poi proprio a lei, a Giorgia Meloni, Landini dice, “Abbiamo un governo che può durare cinque anni e che ha la maggioranza in Parlamento. La premier è venuta qui, la ringraziamo, ma è venuta a confermare le scelte che ha fatto e che non ha discusso con noi”.
Cgil, Landini chiude il congresso e dice alla Meloni “Pronti alla battaglia che vinceremo”
Ma procedendo con ordine e toccando in breve rassegna i temi, tanti e obbligati, toccati dal segretario generale della Cgil “La presidente ieri ci ha ricordato che era giorno di unità nazionale. Ma deve ricordarselo anche dopo il 17 marzo. Come si fa a fare il 16 marzo l’autonomia differenziata e il giorno dopo raccontarci che lei è per unità nazionale? Noi siamo per l’unità e combatteremo contro questa riforma“. Riferimento diretto di Landini sulla riforma dell’Autonomia differenziata tanto cara al ministro Calderoli e alla maggioranza di governo. Mentre sulla legge delega il segretario aggiunge “Il 94% dell’Irpef la pagano dipendenti e pensionati, in un Paese con 100 miliardi di evasione e una tassazione della rendita inferiore. C’è un punto di fondo: noi non siamo più disponibili ad accettare un sistema fiscale che grava solo sul lavoro e le pensioni. Per noi la festa è finita perché non è ma cominciata”.
Landini alla chiusura del congresso Cgil “Noi non ci fermeremo e non accettiamo che sia il lavoro a pagare per tutti”
Salario minimo e contrattazione nazionale, anche sulle due questioni in materia di lavoro, Maurizio Landini sul palco di Rimini, pare non avere dubbi ed esitazioni “trattare tutti i lavoratori allo stesso modo, dice la premier Meloni: siamo d’accordo. Ma serve un nuovo Statuto dei lavoratori. E dobbiamo superare la logica che contrappone salario minimo e contrattazione nazionale. Si faccia una legge che dia validità generale erga omnes di tutti i contratti nazionali e una legge di rappresentanza che consenta anche ai lavoratori di votare gli accordi. E poi fissiamo una soglia di salario sotto la quale non si deve scendere”. Infine Landini torna sulla presenza della premier Meloni al Palacongressi e lancia la sfida del sindcato alla politica “Lo diciamo in modo chiaro al governo, alle forze politiche, alle controparti. Noi non ci fermeremo e non accettiamo che sia il lavoro a pagare per tutti. Questo Paese lo vogliamo cambiare più del governo e più delle forze politiche e lo diciamo a Cisl e Uil: lo vogliamo fare insieme a voi e agli altri lavoratori. Non ci fermeremo. La battaglia la vinceremo”.