L’ex ministro dell’Interno: “Ankara controlla le due rotte d’accesso all’Europa: bisogna investire subito 3 miliardi in Nordafrica
Nasce a sinistra, ma è un uomo che ha un’esperienza incredibile nell’intelligence, ha avuto ruoli in diversi governi ed è stato Ministro dell’Interno nel governo Gentiloni. Lui più di altri sa che vuol dire trattare l’argomento legato alla migrazione, anche perché ne ha pagato le conseguenze sulla sua pelle. Da due anni presiede Med-Or, fondazione che, voluta dal cda di Leonardo, promuove le relazioni nell’area del Mediterraneo, del Medio ed Estremo Oriente. A Cutro e quella strage dei migranti ha segnato anche lui. «Siamo innanzitutto di fronte a due tragedie che ci riportano al fatto che le migrazioni non sono un’emergenza. Questo può sembrare una contraddizione. Ma se vogliamo evitare nuovi eventi drammatici dobbiamo pensare all’emigrazione come a un dato strutturale che ha accompagnato l’umanità nel passato e l’accompagnerà nel futuro”.
A Minniti viene chiesto il motivo di così tanti flussi migratori in questi ultimi anni, sono aumentati a dismisura: “Innanzitutto per le ragioni classiche: guerre, carestie e bisogno di migliorare le proprie condizioni di vita. A queste si aggiungeranno i cambiamenti climatici che potrebbero causare spostamenti consistenti. Infine, c’è una parte di popolazione, quella più giovane che, indipendentemente dal Paese di nascita, si ritiene cittadina del mondo”.
Su Cutro ha un pensiero tutto suo l’ex Ministro degli Interni Minniti, anche perché una vicenda che l’ha toccato molto e non l’ha lasciato indifferente. Da non dimenticare che mentre era al Governo ci sono state strage simili a questa anzi per la verità ben peggiori. «Nel momento in cui ci sono più di 80 morti in mare, oltre ad attendere gli esiti dell’inchiesta giudiziaria, considerato il coinvolgimento di più ministeri, il governo avrebbe dovuto promuovere un’indagine interna guidata dalla presidenza del Consiglio».
Minniti se la prende un po’ con le politiche che sta attuando l’Europa e non condanna l’attuale governo come stanno facendo da più parti esponenti del suo ex partito (si è dimesso dal Pd cinque anni fa), anche perché sa bene di cosa parla e quello che ha vissuto quando era ministro dell’Interno e sa altrettanto bene cosa si prova sia dal punto di vista emozionale che politico quando davanti accadono simili tragedie con bambini che muoiono in mare senza un perché. «La tragedia si è consumata sulla rotta del Mediterraneo orientale: la stragrande maggioranza dei morti aveva diritto alla protezione internazionale provenendo dall’Afghanistan, dalla Siria e da altri territori drammaticamente in crisi. Alcuni di questi dipendevano per l’80% dal grano russo o ucraino. Egitto e Tunisia stanno pagando il prezzo di una drammatica crisi alimentare”.