Il derby, a Roma, è La partita. Quella che blocca una città intera, che convoglia sentimenti, ansie, opinioni per giorni e segna il rapporto tra le tifoserie per mesi, a volte per sempre.
Perché ci sono derby che hanno segnato la storia, che hanno scavato un solco, che sono rimasti nella memoria dei tifosi, indelebili come l’iscrizione su un monumento di Roma.
Tra i laziali Il derby per eccellenza non può che essere quello del 26 maggio 2013. Finale di Coppa Italia, per la prima volta una stracittadina vale un trofeo. La Lazio, allenata da Vladimir Petkovic, vince 0-1 con gol di Lulic al 71’. Sono passati quasi dieci anni, ma il ricordo tra i sostenitori biancocelesti è più vivo che mai. Lulic e quella Coppa Italia sono diventati simbolo del derby eterno. “Non c’è rivincita”, dicono i laziali ai cugini, perché niente sarà mai come quel 26 maggio. Altro derby che rimane scolpito nel cuore dei biancocelesti è quello del primo novembre del ’97. La Lazio di Eriksson affronta la Roma di Zeman. Favalli viene espulso da Collina dopo sette minuti, ma la Lazio – pur in dieci – domina il derby e vince 1-3 con i gol di Mancini, Casiraghi e Nedved.
Sarà il primo di quattro derby vinti in stagione tra campionato e Coppa Italia. Sempre Eriksson in panchina, ma l’anno è il 2000. La Lazio è a -9 dalla Juventus capolista e si gioca tutto nel derby. I biancocelesti vanno subito sotto, segna Montella. Ma la squadra reagisce e pareggia con Nedved. Passano tre minuti e Juan Sebastian Veron incastona sotto l’incrocio dei pali la punizione del 2-1 e della vittoria. La Juve, la sera stessa, perde contro il Milan e si riapre la corsa Scudetto (vinto poi il 14 maggio dalla Lazio). Idoli e trascinatori. Lo è stato Paolo Di Canio che il 6 gennaio 2005 torna a giocare un derby a distanza di 16 anni, da quel dito puntato sotto la Sud. “Paoletto” apre le danze in una stracittadina che la Lazio gioca da sfavorita: palla d’oro di Liverani e volée del 9 laziale che manda in delirio la Nord. Finisce 3-1 con Cesar e Rocchi che annullano il pari di Cassano.
Dito puntato verso la Sud che è proprietà di Giorgio Chinaglia: 31 marzo 1974, Long John segna il rigore del 2-1 e si piazza sotto la curva rivale con il dito puntato. Un gesto di sfida che ha fatto epoca.