La rocambolesca e molto sofferta partita della squadra allenata da Simone Inzaghi a Oporto ha regalato una qualificazione storica ai quarti di Champions, ma non a tutti è piaciuto l’atteggiamento della squadra
Dopo 12 anni l’Inter ritorna tra le migliori otto squadre d’Europa centrando i quarti di Champions League al termine di una partita di grande sofferenza contro il Porto di Sergio Conceicao. Quella che per molti tifosi interisti è stata comunque un’impresa, grazie a una partita maestosa dal punto di vista dell’organizzazione ed esibendo una determinazione così feroce da far rimpiangere certe partite molli in campionato, per altri è stata semplicemente una partita brutta e fortunata.
Simone Inzaghi dopo aver lasciato la Lazio, società che lo aveva lanciato come allenatore professionista, in 18 mesi di Inter è riuscito a vincere tre trofei, ma anche a perdere uno scudetto praticamente già vinto contro i rivali cittadini del Milan. L’eterno dilemma del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto sposta la critica nei confronti dell’allenatore da una parte o dall’altra, ma comunque ha riportato la squadra neroazzurra tra le migliori d’Europa.
Arrigo Sacchi diceva che una squadra che gioca male rischia di non vincere mai, mentre una squadra che gioca bene vince nove volte su dieci. Non sappiamo se tutto questo sia realmente vero perchè nel calcio, come nella vita, non esiste la controprova, fatto sta che siamo abbastanza sicuri che al fischio finale di Porto-Inter tutti i tifosi neroazzurri si saranno lasciati andare a scene di giubilo per essere tornati dopo 12 anni tra le migliori 8 d’Europa. Dimenticando così all’istante la sofferenza immane patita per quel fortino eretto dai giocatori che è sembrato sempre sul punto di cadere, ma che pali e traverse hanno consegnato invece all’impresa.
Perché possiamo affermare con certezza che il doppio confronto degli ottavi di finale tra Inter e Porto è stato in assoluto il più brutto dal punto di vista del gioco e dello spettacolo offerto, ma Simone Inzaghi ha saputo capitalizzare quel gol di Lukaku e su quello ha costruito una piccola impresa a Oporto. Ma quanto hanno davvero apprezzato la difesa a oltranza adottata dall’allenatore piacentino? Quanti speravano di vedere giocare meglio una squadra che comunque sul mercato anche quest’anno i suoi milioni di euro li ha spesi?
L’Inter è una squadra costruita per vincere, questo è sicuro. Lo scorso anno ha anche toccato livelli di gioco importanti quando a suon di gol metteva sotto quasi tutti gli avversari, per poi cadere a volte inopinatamente contro squadre abbordabili soltanto per una questione di atteggiamento mentale. Ecco, probabilmente, Inzaghi in questa stagione ha capito che, per ottenere risultati con più continuità e contro avversari anche più forti, l’Inter doveva lasciar perdere la bellezza ed essere pragmatica, magari brutta, ma sicuramente poi in grado di vincere anche quelle partite sporche, dove c’è da sfruttare quell’unica occasione che si presenta e portare a casa il bottino pieno.
Via fronzoli e orpelli, dentro fame e cattiveria agonistica. E l’Inter è tornata tra le migliori d’Europa con la prospettiva che da adesso in poi l’impresa si fa titanica, a meno che non arrivi dalle urne un derby che potrebbe schiudere prospettive incredibili.