Dopo tre anni verranno sospesi i report prima quotidiani poi settimanali, da parte della Fondazione Gimbe per la progressiva riduzione della circolazione del virus, l’immobilismo della campagna vaccinale e l’assenza di nuove varianti
L’andamento praticamente stabile della pandemia ha convinto la fondazione, dopo tre anni di rilevazioni, ad interrompere i resoconti settimanali sull’andamento della pandemia e su quello dei positivi. Oramai siamo avviati verso un lento, ma comunque inesorabile ritorno alla normalità anche con la prossima dichiarazione ufficiale di fine pandemia.
Anche l’Oms ha più volte ripetuto che nei prossimi mesi di quest’anno potrebbe arrivare la dichiarazione di fine Pheic, cioè di fine emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha scelto di depennare le ultime Omicron dalla lista delle varianti pericolose. Anche la Johns Hopkins University ha fermato il suo famoso conteggio delle varie voci della pandemia a livello mondiale.
E’ stata dura, paghiamo un conto altissimo in termini di vite umane e non solo, forse un giorno capiremo realmente cosa è accaduto in questi tre anni nel mondo e soprattutto perché siamo arrivati a dichiarare una pandemia, ma almeno siamo in dirittura d’arrivo. I casi di covid sono oramai sempre più rari, sono derubricati a semplice influenza, nessuno si preoccupa più di fare un tampone, ma si resta a semplicemente a casa curandosi con le care e vecchie medicine che da cento anni hanno sempre fatto passare le influenze. Un andamento che ha convinto anche la Fondazione Gimbe a interrompere quel report, prima quotidiano, poi settimanale, che ci informava sull’andamento della pandemia in Italia. “La progressiva riduzione della circolazione virale da dicembre 2022, l’impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi, il sostanziale immobilismo della campagna vaccinale sui richiami e l’assenza di nuove varianti di preoccupazione”, queste le principali motivazioni per l’interruzioni spiegate in una nota dal presidente Nino Cartabellotta che, presentando i risultati del monitoraggio nella settimana 10-16 marzo, ha aggiunto “ai 23.900 casi della settimana precedente ora si attestano a quota 23.700”.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità nei prossimi mesi potrebbe arrivare la dichiarazione di fine emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale: “Sono fiducioso che a un certo punto quest’anno saremo in grado di dire che il Covid è finito come un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e come una pandemia”. Ad affermarlo è infatti il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il numero di decessi a livello settimanale che vengono segnalati è ora inferiore rispetto a quando abbiamo usato per la prima volta la parola “pandemia” tre anni fa. Il miglioramento è significativo” ha proseguito il numero uno dell’Oms. Tutti i paesi nel mondo sono pronti a recepire le indicazioni che arriveranno dallo stesso Oms, anche l’Italia è vigile sul fronte fine pandemia. “Stiamo aspettando, e se l’Oms prende questa decisione la seguiremo. D’altronde, i numeri sono assolutamente tranquillizzanti”, ha infatti dichiarato recentemente il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha aggiunto “in molti altri Stati o nazioni stanno procedendo a non contare più i casi di Covid“, sottolineando che “quando all’inizio del mio mandato ho proposto il conto settimanale si è scatenato il finimondo, questo mostra che avevamo ragione. Vediamo cosa dice l’Oms, continuiamo a seguire con attenzione l’evoluzione della malattia”. Di certo, in questi mesi abbiamo agito nell’interesse dei cittadini e continueremo a farlo”.