Francia sempre più nel caos dopo il via libera alla riforma delle pensioni. Proteste in tutto il Paese, sono decine le persone arrestate.
Una serata da incubo per la Francia. Subito dopo il via libera alla riforma delle pensioni da parte del governo Macron, in tutte le città transalpine sono scese in strada migliaia di persone per dire di no al provvedimento. Una vera e propria rivolta che sta devastando l’intero Paese.
Stando alle prime informazioni riportate da La Repubblica, le manifestazioni contro la riforma sono andate in scena in diverse città e i dimostranti hanno occupato anche le università oltre che incendiato i cassonetti della spazzatura. A Parigi la polizia è intervenuta con cariche e spray per cercare di fermare le proteste e sono almeno settanta le persone fermate dalle forze dell’ordine. Una situazione che però sembra essere destinata a peggiorare visto che le proteste non hanno nessuna intenzione di fermarsi.
Le manifestazioni in Francia ormai vanno avanti da giorni, ma in questo 20 marzo hanno raggiunto il clou visto la decisione del governo Macron di far diventare legge la riforma sulle pensioni. Alla notizia del via libera definitivo al provvedimento, migliaia di persone sono scese in strada spontaneamente in diverse città ed hanno dato vita a proteste destinate a durare tutta la notte.
Una delle situazioni più critiche si è registrata a Parigi dove i manifestanti hanno occupato le università e incendiato anche i cassonetti pieni di spazzatura (i netturbini sono in sciopero da diversi giorni). E’ dovuta intervenire la polizia con cariche e spray per cercare di fermare (senza successo ndr) queste proteste. Sono almeno 70 le persone fermate.
Le due mozioni di sfiducia il governo Macron è riuscito a respingerle, ma per il momento possiamo parlare di un esecutivo in difficoltà soprattutto dopo quanto sta succedendo in queste ore. L’esecutivo, nonostante le diverse manifestazioni, non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro sul tema pensioni.
Ma queste proteste rischiano di indebolirlo e non possiamo escludere che in futuro l’opposizione possa decidere di presentare un’altra mozione di sfiducia e in quel caso la certezza di uscire indenni non la ha nessuno.